Laboratorio
Anna Lanzetta: Il “Sublime”. Arte per gli istituti tecnici (Parte Prima)
Friedrich: Viandante in un mare di nebbia, 1818
Friedrich: Viandante in un mare di nebbia, 1818 
09 Febbraio 2008
 

Cari lettori, presentiamo il secondo modulo del progetto: Il diritto all’arte per gli studenti degli istituti tecnici “Interazioni” dal titolo: «Sublime».

Il modulo, realizzato da un gruppo di ragazze di prima superiore analizza il tema con interazioni tra Letteratura, Musica e Arte; un’esperienza didattica che le vede protagoniste sia nella fase cognitivo-operativa, sia nella fase creativa e ne evidenzia la sensibilità, gli stati d’animo, la capacità di interagire con i testi, di rappresentare visivamente il tema, di scrivere storie inusitate.

Il modulo sottolinea in particolare la sensibilità di Ambra Banelli, Elena Mancuso e Mary Katherine Hamnett che molto si sono prodigate per la sua realizzazione; operazione svolta con strumenti cartacei e con il computer per scrivere, le cuffie per l’ascolto musicale, lapis per disegnare, libri d’arte e testi musicali da consultare e con collegamenti a internet; tale era l’aula multimediale dove si è creato il connubio tra sapere e creare che ha nutrito la mente e posto le ali alla fantasia.

Ritornare sulla scia dei ricordi mette in pericolo il cuore; rileggere dopo anni questo lavoro è un’emozione intraducibile. Lascia increduli constatare ciò che sono capaci di esprimere gli adolescenti: un mondo interiore che matura nel sapere, educa la mente e si realizza nella creatività, grazie anche a discipline non curriculari, perché non previste negli istituti tecnici, quali: l’Arte e la Musica.

L’esigenza di un cambiamento didattico radicale matura nel tempo; essa coinvolge prima il docente che non si sente più attratto dal –consueto- curriculare, che legge sui volti degli studenti svogliatezza, apatia e indifferenza, che sente il bisogno di acquisire conoscenze per poi trasmetterle agli studenti stessi e di sperimentare una didattica che, accanto all’informazione, incentivi la lettura e la scrittura; il progetto nasce dunque come ricerca di strategie e strumenti innovativi capaci di suscitare curiosità; i moduli, scelti dagli studenti stessi, sulla scia delle informazioni ricevute, formano un puzzle che si costruisce poi con tutto ciò che i ragazzi liberamente esprimono, combinando pensieri, espressioni, scelte di personaggi e contenuti, per passare poi alla Scrittura creativa.

Il progetto, nella sua interezza, utilizza una metodologia d’insegnamento che annulla la distanza tra docente e discente, impegnandoli in modo paritetico in un lavoro di ricerca, di lettura, di ascolto, di analisi, di confronto e di creatività e li proietta in un sapere dove il sincretismo dei linguaggi li stacca dagli stereotipi didattici e li orienta verso l’utilizzo di strumenti nuovi con messaggi immediati.

I ragazzi di oggi sono più avanti della loro età per cause contingenti di un’informazione e di un sapere che attraverso l’immagine o con altri strumenti li colpisce e rischia di inquinare il processo educativo. Compito della scuola è di adeguarsi ai tempi e di inserirsi in tale processo affinché il tutto torni a beneficio dei ragazzi stessi e specialmente degli adolescenti, indirizzandoli verso le forme espressive quali l’arte e la musica che nel tempo diventeranno linfa vitale come si evince dai commenti stessi delle ragazze, presenti in Tellus.

Perché il modulo “Sublime”?

Perché i ragazzi sono attenti a ogni sollecitazione e raccolgono più di quanto si pensi, e le ragazze hanno scelto “Il Sublime” perché affascinate dal tema esplicitato con dovizia di particolari dal Prof. Carlo Sisi (vedi: Il diritto all’arte per gli studenti degli istituti tecnici…Introduzione al lavoro modulare), così come Laura Masi e altri ragazzi erano stati catturati dal Neoclassicismo, come abbiamo avuto già modo di vedere .

Il lavoro, grazie allo spazio che ci offre Tellus, si propone come esperienza didattica per studenti e insegnanti che vorranno utilizzarla, affinché la scuola diventi sempre più un luogo aperto a confronti e a nuove proposte.

 

Si ringrazia per la collaborazione inerente il linguaggio musicale la Prof.ssa Anna Puddu.

  

Anna Lanzetta

 

 

 

Il “Sublime” a cura degli studenti

 

 

Premessa

  

Per entrare in un mondo nel quale

letteratura, musica, storia e pittura girano in tondo,

presentiamo la parola Sublime che identifica

il magnifico e l’inconoscibile non solo con rime,

ma con quadri, opere letterarie e sinfonie

che sbarazzine formano assai melodie.

Concedeteci imprecisioni, punti di vista e divagazioni.

Siate clementi per qualche errore sfuggito alla nostra attenzione.

Che dire ora?

Mettetevi seduti ad ascoltare,

e non pensate a sbadigliare,

il nostro cammino sta per cominciare.

  

Ai nostri occhi, studenti del biennio, il concetto di sublime, in un preciso contesto letterario, è ancora sconosciuto ma noi abbiamo provato a esprimerlo secondo il nostro punto di vista.

Sublime per noi è:

tutto ciò che è fantastico, un’indescrivibile sensazione, un momento sovrumano e impossibile;

un’eccellente sinfonia, una stupenda opera, un’eccezionale poesia;

tutto ciò che è infinito e magnifico, un qualcosa di così bello che al suo cospetto verrebbe da inchinarsi;

tutto ciò che è irrazionale;

l’immenso che l’uomo non riesce a contenere nella sua mente;

l’arte perfetta, ideale e personale, ciò che può incutere paura e timore, ma allo stesso tempo suscitare stupore per la sua perfezione;

una meta lontana che l’uomo, come essere finito, non può capire e che quindi teme.

Il Sublime fu uno dei temi fondamentali della pittura romantica, come si può capire analizzando le opere di Friedrich, Turner e Constable.

L’amore per la natura esplicitato da questi artisti, il ritorno ai sentimenti, il contrasto con una società lontana dai bisogni dell’uomo, erano temi già presenti nel Preromanticismo, inoltre la rivalutazione del Medioevo e il concetto di patria avevano ispirato molti artisti tra cui J. Macpherson che influenzò tutta la cultura europea con la traduzione dei canti di Ossian.

Ugo Foscolo seppe interpretare questo clima e anticipare i temi del Sublime con parole quali: tenebre, silenzi, tristezza, amore-morte, uomo-natura, disperazione e solitudine, problemi esistenziali presenti nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis:

  

Io non so perché venni al mondo, né come, né cosa sia il mondo, né cosa io stesso mi sia.

E s’io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa.

Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l’anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch’io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazi dell’universo che mi circondano. Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell’eternità, che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo. 20 marzo (1799)

 

Tra la seconda metà del Settecento e il primo Ottocento artisti, musicisti e letterati espressero nelle loro opere il concetto di Sublime.

 

 

Il sublime nell’arte

  

Il concetto di Sublime nell’arte fu espresso in modo mirabile da Friedrich, Turner e Constable.

Caspar David Friedrich (1774-1840) espresse nei suoi quadri, con varie situazioni il rapporto della natura immensa e infinita con l’uomo finito che guarda verso l’infinito, immenso e possente, con un senso di paura ma anche di religiosità.

Nel paesaggio infatti, Friedrich rappresenta i suoi sentimenti, la solitudine dell’uomo e la sua angoscia di fronte al mistero della natura e nella natura egli coglie il Sublime, uno dei temi fondamentali del Romanticismo, così definito dal filosofo tedesco, Immanuel Kant (1724-1804):

 

Sublime è il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura sia nell’aspetto pacifico, sia ancor più, nel momento della sua terribile rappresentazione, quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza, ma, al tempo stesso, proprio perché cosciente di questo, intuisce l’infinito e si rende conto che l’anima possiede una facoltà superiore alla misura dei sensi.

  

In questo periodo, gli artisti, come i letterati e i filosofi rappresentavano il momento storico contemporaneo e i problemi esistenziali dell’uomo quali la meditazione sul trascorrere degli anni e sulla morte, per cui gli elementi che caratterizzavano la loro arte erano:

la rappresentazione di uno spettacolo sublime capace di suscitare forti emozioni;

i particolari realistici;

l’utilizzo del colore per rendere la forma e lo spazio;

l’uso di macchie di colore puro contrapposte.

La pittura interpretò la condizione dell’uomo e utilizzò il paesaggio come una metafora per indicarne il destino come nel quadro di Friedrich le Età della vita (vedi immagine).

L’artista dipinge cinque figure su un promontorio e contrappone ad esse cinque navi che veleggiano sul mare, il tutto reso con colori tenui, scuri e sfumati verso il viola e il giallo. Nelle due imbarcazioni più piccole rappresenta la giovane età dei suoi due figli mentre nelle altre tre rappresenta i personaggi adulti, la nave più grande simboleggia la sua età avanzata e l’avvicinarsi della morte. L’atmosfera però è serena, infatti il mare è calmo dopo la stagione burrascosa della vita e i personaggi trasmettono un senso di tranquillità.

Il linguaggio dei colori in pittura è molto importante e i colori della natura, nell’età romantica, tenui, sfumati verso l’orizzonte, interpretano il desiderio di infinito dell’uomo.

     

La rappresentazione della natura fu uno dei temi prediletti dagli artisti romantici, Turner la rappresentò nei suoi aspetti terrificanti e distruttivi e Constable la dipinse con paesaggi più rassicuranti. Joseph Maford William Turner (1775-1851), pittore inglese, espresse nelle sue opere il rapporto inquietante tra l’uomo e la natura, una natura immensa e sconosciuta, di fronte alla quale l’uomo può solo meditare sulla sua solitudine e sulla sua fragilità come nelle opere Tempesta di neve, Pioggia, vapore e velocità (vedi immagine). Egli ammirò molto i paesaggisti francesi tra cui Nicolas Poussin (1593-1665) e studiò gli effetti della luce sull’atmosfera per rappresentare i suoi cieli con colori trasparenti. Con i suoi quadri ci fa assumere un ruolo attivo e ci fa percepire turbini di luci e colori, mari in tempesta, facendoci provare forti emozioni ma anche sgomento e paura come nel Regolo. Questo dipinto avrebbe dovuto rappresentare la storia di Attilio Regolo che, fatto prigioniero dai cartaginesi (prima guerra punica 255 A. C.), viene rimandato a Roma per convincere la città alla resa, ma poiché egli incita i concittadini a combattere, deve ritornare a Cartagine per affrontare il supplizio e la morte; Turner ci mostra di Cartagine uno spettacolo sublime, visto attraverso gli occhi di Regolo, che suscita dolore, paura e sgomento.

 

Constable, a differenza di Turner, rappresenta il paesaggio con elementi più realistici. Jonh Constable, pittore inglese (1776- 1837) dipingeva i luoghi che amava: la verde vallata del fiume Stour, dove suo padre aveva un mulino, la guglia della cattedrale gotica, le spiagge deserte o il mare burrascoso. Prima di dipingere studiava a lungo gli elementi del paesaggio, la luce, l’ora del giorno e la struttura degli alberi che spesso erano i veri protagonisti delle sue opere come Il carro di fieno, in cui la natura si sublima per le emozioni che suscita. Constable scrisse: Il bozzetto di un quadro non è altro che vederlo in un solo sguardo… non si potrà continuare ad attingervi, in un bozzetto non vi è niente di più che uno stato d’animo, quello in cui ci si trovava al momento. Questa espressione, secondo noi si correla alle poesie: Il lampo e Temporale di Pascoli e alla pittura degli Impressionisti.

 

Diverso è il paesaggio di Friedrich; esso trasmette malinconia e la natura, colta in diversi aspetti, esprime il mutare del tempo e delle stagioni, in cui si identifica la profonda solitudine dell’uomo. La natura è sentita come una realtà viva, animata in uno sviluppo infinito. Viandante in un mare di nebbia (vedi immagine) rappresenta una situazione sublime in cui l’uomo contempla in un silenzio profondo la natura infinita che assume un significato quasi religioso. Il tema fondamentale di questo dipinto è il paesaggio, nel quale l’uomo svolge il ruolo di spettatore e di protagonista. Il Viaggiatore, volgendoci le spalle sembra ignorarci, ma nello stesso tempo noi ci identifichiamo in lui; insieme diventiamo parte del quadro e scrutiamo il paesaggio indistinto, assorti nei nostri pensieri, soli, per meglio contemplare e riflettere su ciò che ci circonda. I colori predominanti sono il bruno e il grigio-azzurro, che creano l’effetto della luce e dello spazio. Quest’opera esprime lo smarrimento dell’uomo così come si può cogliere in alcune poesie  di Foscolo e di Leopardi o nella musica di Schubert.  Nel quadro, la vastità del cielo conferisce alla scena un’impressione di desolazione e sottolinea il contrasto tra la finitezza umana e l’infinito della natura, rievocando espressioni leopardiane che inducono a pensare alla malinconia e alla solitudine come Canto notturno di un pastore errante… -Il pastore è il percorso della vita di ogni uomo; errante perché vaga alla ricerca della felicità. Leopardi, in un silenzio impenetrabile si pone la domanda: chi sono io? e noi come se diventassimo una cosa sola con lui, ci chiediamo: “Chi siamo, da dove veniamo, perché viviamo?…”. Poesia stupenda che noi immaginiamo riflessa in questo quadro: una tela nera con un cerchio giallo, la luna; un pastore col naso all’in su seduto su un prato d’erba e un recinto con le pecore; il tutto in un silenzio intoccabile. – (Ambra)

 

La natura, intesa quasi come l’unica fonte d’ispirazione, viene interpretata da Friedrich nella sua azione su ogni individuo, infatti egli dice:

Il compito dell’artista, non è la rappresentazione fedele dell’aria, dell’acqua, delle rocce, degli alberi: la sua anima e la sua sensibilità devono rispecchiarsi nella sua opera. Il compito di un’opera d’arte è riconoscere lo spirito della natura, comprenderlo, registrarlo e renderlo con tutto il cuore e il sentimento.

L’infinito nei dipinti di Friedrich come Viandante e Litorale marino nella nebbia, porta il nostro sguardo lontano, in una nebbia sottile, in una foschia che non ci consente di scorgere l’orizzonte e che ci avvolge con un senso di mistero, di misticismo e di silenzio accentuato da colori grigio-bruni. L’infinito di Friedrich trasmette sentimenti ed emozioni sublimi, espressi da Leopardi nel suo Infinito con silenzi sovrumani, spazi interminati e quiete profondissima:

 

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura…

Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare

  

 

Il sublime scoperto in un fiore… Quello era l’unico momento in cui potevo entrare a contatto con la natura che mi circondava e soprattutto con me stessa. Mille e mille fiocchi di polline vagavano nel cielo. Mi distesi sull’erba e lasciai che ogni fogliolina mi accarezzasse il volto. Come avrei voluto immergermi fra le nuvole, riapparire e un attimo dopo scomparire nel nulla. A un fiore che se ne stava solo e in disparte, piccolo e indifeso come una piuma, sussurrai: “Non piangere, piccolo fiore. Non sei solo. Io sono con te!” Quel fiore così simile agli altri, apparve ai miei occhi stupendo e sublime… e in quel momento fui in grado di esprimere chiaramente il mio concetto di sublime: Sublime è per me un principio immenso, un qualcosa che vola più in alto di un uccello, che corre più veloce di un ghepardo, che è più impetuoso della tempesta, che è più dolce di un bacio… Sublime è una sensazione indescrivibile che occupa il cielo, ma che può essere racchiuso anche in un piccolo fiore. Ero felice ma anche molto triste, perché sapevo che quell’istante non sarebbe durato a lungo. Perché, mi chiedevo, avrei dovuto rinunciare a una sensazione così bella? Perché avrei voluto possedere tra le mani una catena di rame che impedisse la fuga dei miei sogni? Ma sapevo che non si può vivere a lungo con ciò che risulta essere eterno solo ai propri occhi; con le labbra sfiorai i petali del mio fiore, il quale rimase lì perplesso a fissare la mia figura che via via svaniva. – (Elena)

    

Il sublime nella pittura di Turner: – Ero andata in biblioteca per cercare del materiale sul noto artista del romanticismo, J.M.W. Turner. Arrivata a casa, incominciai a sfogliare uno dei tanti libri che avevo preso. Leggevo, leggevo, guardavo i suoi quadri ma non suscitavano niente in me fino a quando arrivai a pagina 133, tre numeri che avrei ricordato sempre nella storia della mia vita. L’opera era intitolata Tempesta di neve (vedi immagine). L’artista si era fatto legare per quattro ore all’albero maestro della nave Ariel dopo la sua partenza dalla nota e tranquilla città di Harwich durante una tempesta di neve, in modo tale da essere parte di un vortice di vento, neve e acqua, scatenato dalla natura.

Non fu tanto il tema romantico che mi colpì quanto la poetica del Sublime che era la rappresentazione della potenza della natura.

La barca, misero e piccolo oggetto costruito dall’uomo è il simbolo del suo destino; così minuscola e fragile è un nulla di fronte all’imponenza del vortice. Essa è travolta da una tempesta, colta nel suo aspetto più violento e terrificante.

La rappresentazione è soggettiva e la descrizione dei fenomeni atmosferici è molto coinvolgente; tutto resta incompiuto e indefinito al cospetto della neve e del vento che soffia sulle vele della barca. I colori puri si trasformano nella luce che domina il paesaggio, a volte più densi, a volte quasi impalpabili.

I colori che definiscono il cielo vicino alla barca sono tenui, chiari e trasmettono una sensazione di calma e tranquillità, contrastata da una visione cupa, tenebrosa, terrificante e tetra della natura.

La barca è il simbolo del destino di ogni essere senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.

La nostra vita, in alcuni momenti è in mano a degli eventi sovrannaturali, irreali, magici di fronte ai quali, tutto è possibile.

Il colore bianco si mischia al nero, l’azzurro al grigio, il giallo al marrone, creando così una situazione molto intrigante.

L’artista in quest’opera esprime al meglio le sue emozioni e il suo stato d’animo. Il turbine di neve è violento e distruttivo e il suo colore è indefinito. Gli effetti del chiaro-scuro giocano con la luce alternando le tonalità di grigio, bianco e nero. Lo sfondo abbastanza scuro sembra rappresentare l’infinito, l’inconoscibile, il nulla: la forza di un elemento superiore a noi terrestri che ci fa capire che non siamo nulla e che non possiamo niente di fronte alla natura.

La rievocazione e la rappresentazione di un paesaggio naturale inquieto è un tema prediletto da Turner.

In questo quadro, il pittore ha raffigurato il rapporto, spesso difficile e inquietante tra l’uomo e la natura immensa e sconosciuta, di fronte alla quale l’uomo può solo meditare sulla sua solitudine e sulla sua fragilità.

L’opera è originale e bizzarra. Nella natura io vedo la parte più oscura del mio subconscio simile ad una brutta giornata di vento, acqua, pioggia e grandine. Al tepore di un focolare acceso che infonde sicurezza e protezione si contrappone il disordine esterno di una forte tempesta simile alla rabbia che mi percosse per la morte di un mio amico. L’avevo perso per sempre, era uscito dalla mia vita rendendola vuota. La mia rabbia esplodeva come la natura di Turner verso la quale noi siamo spesso spietati…

Chiusi il libro e pensai, pensai… avevo descritto il quadro in tutti i suoi particolari e avevo capito che né la natura né l’uomo potranno sopportare più a lungo questa corsa verso la distruzione, ma forse per capirlo veramente ci vorrebbe un fenomeno grande e sconvolgente come quello di Turner.

Il Sublime è stato affrontato anche da un cantante contemporaneo di nome Raf, che ha composto una canzone interamente sul concetto di Sublime, sulla base delle proprie esperienze di vita che lo hanno fatto maturare, non solo come cantante ma anche come uomo. Nel videoclip, sopra menzionato, possiamo notare che il tema romantico del sublime, pur affermatosi essenzialmente nell’Ottocento, viene riproposto nella nostra generazione, permettendo così una sinergia non solo tra letteratura e pittura ma anche tra musica e storia; legame che si pone inalterato nel tempo. – (Ambra)

 

 

Continua...


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276