Diario di bordo
Valter Vecellio. Un pericolo pubblico chiamato Sandra Lonardo Mastella
31 Gennaio 2008
 

C’è qualcosa che sfugge in tutta questa vicenda di Ceppaloni. Si può trovare esagerata la reazione del leader dell’Udeur Clemente Mastella: che, ritenendo inadeguata la solidarietà espressa nei suoi confronti, ha creduto bene di far mancare i suoi voti e provocare, assieme a Lamberto Dini, la crisi di governo che presumibilmente ci porterà ad elezioni anticipate. Si può anche convenire con chi sostiene che Mastella e i suoi hanno colto la palla al balzo e il “pretesto” che è stato offerto dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere per fare quello che effettivamente hanno fatto.

Il fatto è che quei magistrati hanno disposto i loro gravi provvedimenti – un avviso di garanzia nei confronti dello stesso Mastella, ministro della Giustizia, e gli arresti domiciliari nei confronti della moglie – proprio il giorno in cui alla Camera si doveva discutere sullo stato della giustizia. Dopo aver disposto gli arresti domiciliari, i magistrati – cosa che avrebbero dovuto far subito – si sono “spogliati” dell’inchiesta, che è finita a Napoli. Il Pubblico Ministero ha poi chiesto che la misura cautelare venisse revocata, perché non si giustificava più. Nessuno ovviamente ha la pretesa di sostituirsi a investigatori e giudici, ma riesce comunque difficile capire perché motivi validi sussistevano fino a qualche giorno fa, ora sono venuti meno. Cosa è accaduto in questo fazzoletto di ore?

I giudici del riesame hanno preso poi una decisione salomonica: hanno accolto in parte la richiesta del Pubblico Ministero revocando gli arresti domiciliari; ma non hanno completamente sconfessato i colleghi di Santa Maria Capua Vetere, perché hanno disposto per la signora Sandra Lonardo Mastella l’obbligo di dimora nel comune di Ceppaloni. Che tecnicamente vuol dire: le esigenze cautelari si sono solo affievolite. C’è da credere che la signora Lonardo Mastella a Ceppaloni è da ritenersi innocua; mentre appena varca il territorio comunale può provocare sfracelli. Ora si ammetterà che l’intera vicenda sta affondando nel ridicolo, e meriterebbe una sonora risata, non fosse da una parte che esponenti politici – e qui poco importa di quale politica – sono stati colpiti provocando gli effetti che abbiamo sotto agli occhi. E tutto questo viene fatto con il denaro del contribuente. C’è molto che non quadra, e tanta cautela anch’essa risulta alla fine poco convincente.

Intanto segniamoci questa dichiarazione di Mastella: «Se la magistratura vuole, sono pronto a spiegare le mie ragioni. Voglio spiegare come ho concusso Bassolino e il sindaco di Cerreto Sannita. Qualcuno aveva individuato in De Magistris il capopolo che nel ’93 fu Di Pietro. Mi hanno messo alla gogna. Sono indagato dal 30 luglio. Il giorno successivo all’approvazione dell’ordinamento giudiziario. È solo un caso? Da un anno e mezzo sono perseguitato. C’è una trasmissione che otto volte su dieci fa le pulci a me e alla mia famiglia. Mi vogliono arrestare per le mie idee? Facciano pure. Ma ora mi aspetto anche che la Procura di Santa Maria convochi Marco Travaglio per la fuga di notizie. Travaglio deve spiegare com’era a conoscenza di certe notizie sulle indagini in corso che ha pubblicato in un suo libro finito di stampare a novembre scorso».

Delle risposte a questi interrogativi ci saranno, piacerebbe conoscerle. È vicenda, comunque, che merita la nostra attenzione, non va lasciata solo alle cure di Giuliano Ferrara.

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 30 gennaio 2008)


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