Diario di bordo
“Stop violenza sulle donne”. Verso l'8 marzo... 
Appuntamento a Sondrio, Venerdě 25
19 Gennaio 2008
 

 

Non dite che siamo poche
E che l'impegno è troppo grande per noi
Dite forse che due o tre ciuffi di nubi
Sono pochi in un angolo di cielo d'estate?
In un momento si estendono ovunque….
Guizzano lampi, scoppiano tuoni e piove su tutto.
Non dite che siamo poche
Dite solamente che siamo.

(Lee Kwang Su)

 

 

L'Agenzia per la Pace e il movimento donne Usciamo dal silenzio organizzano un incontro rivolto a tutte le donne che hanno sostenuto, o che intendono sostenere, la campagna “Stop violenza sulle donne” con la Lettera aperta al Presidente della Provincia.

Contenuti dell'incontro: il percorso della lettera aperta (testo riprodotto qui sotto); iniziativa per la giornata 8 marzo.

 

Venerdì 25 gennaio 2008, ore 20:45

Sondrio, sala Vanoni presso palazzo BIM

 

Agenzia per la Pace: bavo.patrizia@libero.it 333 8086759

Usciamo dal silenzio: marina.pensa@tiscali.it 320 0790469

 

 

LETTERA APERTA

(In occasione della manifestazione in piazza del 9 dicembre 2007)

 

Al Presidente

dell'Amministrazione provinciale

di Sondrio

 

Signor Presidente,

Oggi siamo in questo presidio a Morbegno per dare visibilità e voce al tragico tema della violenza sulle donne e lo vogliamo fare in un luogo aperto e libero come può essere quello della piccola piazza che ci ospita.

Non vogliamo parlare di numeri, anche perché parlano da soli; così come non vogliamo parlare dei luoghi dove si consuma violenza e del suo perché e nemmeno della strumentalizzazione compiuta e in atto da parte delle forze politiche su questo tema. Vogliamo portare in questo luogo pubblico una percezione, che si traduce in disagio, legata alla nostra provincia in merito alle opportunità presenti per affrontare, superare ed uscire dal tunnel della violenza.

Proviamo a pensare cosa succede a una donna che si trova in una situazione di violenza subita e a quanti e quali meccanismi debba attivare per passare dalla consapevolezza del maltrattamento al desiderio di porvi rimedio, dalla decisione di uscire allo scoperto alla denuncia del reato subito, dalla fatica di voler costruirsi una vita con diritto di libertà alla ricostruzione di una nuova soggettività e di una nuova identità. Proviamo ad immaginare il percorso, che in questa lettera aperta è solo delineato, con i pensieri di questa donna sola, privata di una sana vita affettiva; mettiamoci nel suo cuore e nella sua testa, con le sue paure, con le sue preoccupazioni, con le sue ansie ed angosce, le sue fragilità e anche in noi cederà la forza di vedere chiaramente e con determinazione cosa possiamo e vogliamo fare.

Quali informazioni ho per conoscere e comprendere che sto subendo violenza?

Quale sicurezza ho se denuncio il reato, quale tutela che mi ponga al riparo da vendetta e ritorsione?

Quali sono i luoghi e le istituzioni che mi possono offrire un servizio di aiuto?

Quale rete di accoglienza e accompagnamento c'è se decido di dire “Basta”?

 

Forse è in questa serie di domande che sentiamo come manchi, nella nostra provincia, un progetto complessivo strutturato ed organico nel quale siano presenti competenze, funzioni e ruoli diversi che interagiscono unicamente per rispondere al bisogno e al diritto di vita delle donne che subiscono violenza nelle sue molteplici forme.

Il tema a cui oggi diamo voce è delicato e complesso ed esige impegno e fermezza anche da parte delle istituzioni perché la violenza non è un fatto privato che si consuma fra due o più persone, ma riguarda la sfera pubblica, riguarda uomini e donne.

Signor presidente, le nostre riflessioni ci portano a chiederLe di assumere nella sua agenda politica il tema della violenza sulle donne che per noi significa attivare azioni concrete e visibili che diano certezze e sicurezze.

Un Consiglio provinciale che abbia come unico argomento il tema della violenza sulle donne rappresenterebbe un primo segnale positivo dell'impegno politico della sua amministrazione.

Aprire un tavolo di confronto tra le diverse figure, istituzionali e non, che operano e che già si confrontano su questo tema sarebbe un ulteriore passo verso la costruzione di un progetto organico di tutela delle donne che subiscono violenza.

Non è nostra intenzione continuare nella lista delle possibili proposte anche perché crediamo in un lavoro di democrazia partecipata nella quale pensiero ed azione debbano essere elaborazione comune e condivisa.

L'appello che lanciamo è quello di non sottovalutare il problema nella nostra provincia pensando sia “un'isola felice”, un appello per non lasciare al proprio destino le donne che subiscono violenza.

 

Morbegno, 9 dicembre 2007

 

Lettera aperta promossa da Agenzia per la pace e movimento donne Usciamo dal silenzio

Aderiscono: ANPI, ISSERC, ARCI Demos, ARCI Sondrio, CGIL, CISL, Scuola e diritti, AUSER


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