Lo scaffale di Tellus
Rosa Pierno: Interni d'autore. "Cy Twombly"
Edizioni Joyce & Co., 1995
Edizioni Joyce & Co., 1995 
28 Dicembre 2007
 

Ci sono libri pubblicati magari anche dodici anni fa, in edizioni dal sicuro richiamo come quelle delle “Edizioni Joyce & Co”, che ricordo diffuse anche nel movimento del ’77 a Bologna, che grazie a TELLUSfolio possono ritrovare su pagine elettroniche una nuova presenza, un po’ come fa il seme che in qualche enigmatica piramide è ancora in grado di germogliare facendosi decifrare nel suo virgulto di bellezza. Questo libro firmato da Rosa Pierno che auspico per le sue folgoranti scie di scrittura sopra pittori contemporanei – che nei fatti, concreti di un’estetica, hanno scritto fondanti racconti segnici – possa dedicarsi anche con inediti a qualche sezione di Critica della Cultura-Tellusfolio, raccoglie, prefato da Roberto Sanesi, uno che di rapporti pittura-letteratura se ne intendeva, nove pittori Burri, Twombly, Fontana, Scialoja, Perilli, Guerrini, Conte, Napoleone, Lorenzetti. Ri-pubblichiamo una pagina dedicata a Cy Twombly mentre TellusMostre ci aiuta a intrecciare parole della poetessa con i segni del pittore, anzi dei pittori che hanno attratto il suo sguardo: anche Félix Vallotton, ad esempio.

 

Sia questo un buon fine 2007 e un buon inizio 2008 nel segno di Rosa

 

Claudio Di Scalzo

 

 

 

CY TWOMBLY

 

Ha voluto parlare soltanto di numeri. Numeri mai allineati. Sempre sbilenchi e penduli come attaccati a un chiodo. E mai seguiti dal segno d’uguaglianza. Quasi come se fosse interdetta ogni soluzione.

  

Numeri interi. Pensati prima che con loro si realizzasse qualsiasi tipo di operazione, prima che gli associasse l’immagine di ciò che servivano a contare.

  

Come qualcuno che cerchi di ricordare qualcosa a se stesso, poggiava la matita sul foglio e la faceva scorrere con movimenti rabdomantici del polso tracciando linee che non s’approssimavano ad alcuna figura geometrica.

  

Nei lunghi pomeriggi invernali lasciava macchie sul quaderno.

  

Il suo animo gli pareva non avesse altra forma, altra parola, se non quella di una macula causata da una secrezione umorale.

  

Qualsiasi segno era un accidente della memoria.

  

È violento quando distribuisce pigmenti sulla tela. Inizia con pennellate di rosso, poi interviene con differenti tonalità di verde. Come un sismografo impazzito oscilla dall’alto al basso, ottenendo la cancellazione dei suoi intenti iniziali.

  

Una data. Alcune parentesi quadre vuote. Vale a dire riempibili con qualsiasi nome. Una serie di lettere e consonanti superstiti. Qualche goccia di indaco.

  

La serie “Senza titolo” è una raccolta di scarabocchi, di possibili figurazioni.

  

Un’ulteriore serie “Senza titolo” è una raccolta di ghirigori che mimano la scrittura.

 

Un nome si libra sulla folta verzura di parole.

  

Una colatura di grigio e una parola rampante da un estremo all’altro del foglio.

  

Sovrapponendo numeri, macchie, lettere e sovrapponendo i fogli su cui essi sono tracciati si otterrà un libro del passato.

  

Si formavano cieli tempestosi addensando le pennellate dell’occultamento.

   

 

Rosa Pierno, pag. 17

 

 

SINTETICA NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA

Rosa Pierno è nata a Napoli. Vive a Roma. Ha pubblicato: Corpi, Anterem, Verona 1991; Buio e blu, Anterem, 1993; Didascalie su baruchello, Roma, 1994; Interni d'autore, Edizioni Joyce & Co., 1995; Musicale, Cierer Grafica, Verona 1999; Arte da camera, edizioni d'iF, Napoli 2004; Coppie improbabili, Pagine d'Arte, Tesserete (Ch) 2007.

È redattrice della rivista ANTEREM.

Ha realizzato libri e cataloghi con molti artisti.


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