Telluserra
Alessandra Borsetti Venier: Le "palle" di Natale.
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L'albero natalizio di ABV, 2007 
22 Dicembre 2007
 

La vigilia dello scorso Natale, all’arrivo dell’ennesimo albero a pieno schermo con effetti speciali, nenia incorporata e pure con il programma da scaricare per riuscire a vedere l’effetto di una spirale luminosa accendersi in sequenza fino alla punta stellata, mi ero quasi arresa all’invasione delle conifere virtuali!

Naturalmente non potevano mancare anche quest’anno i più sinceri e - virtuali - “Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo” sempre più rigorosamente complessi e ingegnosi. Certamente non dev’essere stato facile scegliere nella vasta gamma degli artifici a disposizione, quindi approfitto per ringraziare tutti per il pensiero.

Ma, da quando è iniziata la creativa kermesse natalizia - era appena finita l’estate… -, ho notato due fenomeni rilevanti: il primo, che sono spariti i Babbi Natale acrobatici. Dove saranno finiti quei grassi insetti rossi e bianchi un po’ inquietanti, che da qualche anno di questi tempi davano l’assalto a balconi e finestre arrampicati sulle facciate delle nostre città? Chissà, forse potrebbero saperlo i gabbiani in volo sulle colline di spazzatura… Ma è certo che non ci mancheranno!

E poi il secondo fenomeno, più interessante dal punto di vista antroponatalizio, è la scomparsa delle palle. Non so se ci avete fatto caso, ma “le palle” sono un genere in via di estinzione. Decorazioni superate? me lo chiedo…

Ricordo quelle di vetro - fragilissimissime - che religiosamente stavano avvolte per un anno nell’ovatta e che alla vigilia di Natale, quando si riappendevano, erano ancora lucenti e perfette come per magia! Superfici che, dondolando e girando sul perno, riflettevano parti diverse della casa e sulle quali era un gioco fare le smorfie più buffe avvicinandosi o allontanandosi… Ce n’erano alcune con sfumature e colori incredibili ma le più preziose erano quelle decorate a mano con motivi a filigrana. E quando tutte le luci della casa erano spente, loro continuavano a moltiplicare i chiarori della lunga notte della vigilia, spesso con la complicità della luna o della neve…

Sono state sostituite da vistose ed elaborate forme, più ricche di “effetti speciali e ultravivaci” per distrarci dalle solite e tristi considerazioni del quotidiano: per carità, “vacche magre addio consumi” dicono gli economisti, quindi allettiamoci con fasulli strass appiccicati da ogni parte, e perché no, anche sulle poche palle rimaste!

 

L’anno scorso ho scritto su Tellusfolio il breve racconto “L’albero di Natale più bello” che ho inviato come augurio a tante persone.

Per ora le risposte sono state archiviate ma una buona parte è nell’archivio dei commenti della rivista, che si può leggere qui.

Aggiungeremo anche quelle che vorrete scrivere quest’anno. Non so se ne nascerà qualcosa, chissà…

Gioiosi ricordi che desidero condividere con gli amici più cari di oggi e con chi crede ancora che queste cose siano importanti.

    

Auguri affettuosi!


Alessandra

    

 


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