Pianeta jazz e satelliti
Paolo Angeli - Tessuti (Recommended Records) 2007
20 Dicembre 2007
 

1) La pianta del piede 2) Ahead In The Sand 3) Unravel 4) The Hand That Bites 5) Mezzo Passo 6) Lelekovice 7) Desired Constellation 8) Danza di un Fermaciuffi 9) One Day 10) Tessuti 11) Athena Mina 12) Navajo 13) In Umido 14) Anchor Song / The Hand That Bites 15) Hyper-ballad

 

Paolo Angeli: chitarra sarda (ghiterra) modificata

 

«Tessuti sono i nervi, i fili che si intrecciano, gli strati, i colori, i contrasti. Tessuti è un confronto e una rilettura delle composizioni di due musicisti straordinari, che hanno saputo coniugare sperimentazione e cantabilità. Tessuti è una risposta creativa, libera nel cercare poesia tra melodia e rumore». Paolo Angeli

 

La modestia dell'autore gli impedisce di prendersi tutti i meriti di un album che, partendo dalle composizioni di Frith e Bjork, in realtà vive e si sviluppa sui brani scritti dello stesso Angeli, piccole gemme incastonate in una lunga suite, dove i pezzi non suoi sono suonati, appropriandosene, nello spirito jazzistico dello standard e non nel modo di cover rock.

L'album è bellissimo, e segna la piena maturità del musicista sardo, qui colto in piena solitudine e praticamente dal vivo. Le registrazioni infatti si sono svolte nel Castello di Mongiorgio, nei pressi di Bologna, in presa diretta. Il musicista ha suonato tre volte ogni brano, riservandosi poi la scelta delle tracks più riuscite. Già questo fatto è per me stupefacente, al primo ascolto avrei detto che c'erano molte parti frutto di sovraincisioni e più passaggi di editing. La chitarra sarda, la ghiterra, assume sonorità cangianti, dal violoncello al violino, poi si modifica in pianoforte, in viola, in percussioni. Straordinario, frutto di una tecnica incredibile messa al servizio di una profonda maturità espressiva. Si ascolti “Unravel”, bellissimo tema di Bjork, dove la melodia è sospesa e scambiata tra i tocchi profondi delle corde con le dita e l'archettatura che ne dilata e amplifica la bellezza. Per me meravigliosi sono i due minuti e mezzo di “Mezzo Passo”, con un arpeggio da zhiter onirico e visionario che confluiscono in “Lelekovice”, tema di Fred Frith aperto da un ferruginoso sottofondo radiofonico e che, a sua volta, senza soluzione di continuità sfocia in “Desired Constellation”, tratto dall'album Medulla di Bjork.

In realtà la musica ha la consistenza di un tutt'uno, sgorga naturale ed appare il prodotto compiuto di un'unica personalità musicale, quella di Paolo Angeli e della sua incredibile chitarra. La creatività e l'espressività sono sparse a piene mani, la fantasia è pari al rigore, la musica è austera ed essenziale. Incidere composizioni di Bjork poteva essere un'arma a doppio taglio, soprattutto dal punto di vista delle attese e dei paragoni. Il progetto è invece pienamente riuscito, di Bjork e di Frith è stato catturato lo spirito creativo e non fotocopiate le melodie.

L'album, inciso per l'etichetta di Chris Cutler, è uno dei più belli in assoluto del 2007.

 

Roberto Dell'Ava

 

VALUTAZIONE: * * * * *

www.paoloangeli.com

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