Diario di bordo
Iran. Giovanissimo gay condannato a morte
05 Dicembre 2007
 
Il gruppo EveryOne chiede l'intervento immediato del Governo italiano e del Parlamento europeo, nonché di tutta la società civile, e lancia la campagna Cuori per la vita di Makwan”. «Abbiamo poche ore per salvargli la vita».

 

(4 dicembre 2007) Makwan Moloudzadeh ha ventun anni (è nato il 31 marzo 1986) ed è stato condannato a morte per il reato di «lavat» (letteralmente, sodomia) secondo il Codice Penale iraniano, che prevede la pena capitale. Stando alla motivazione addotta dal Governo Iraniano, il giovane, all'età di 13 anni, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con un altro ragazzo.

Makwan, che era stato oggetto della campagna internazionale “Fiori per la vita in Iran” lanciata dal Gruppo EveryOne (www.everyonegroup.com) – con centinaia di rose bianche e rosse inviate al presidente Ahmadinejad e la mobilitazione del mondo islamico liberale e progressista –, aveva ottenuto, il 15 novembre scorso, la sospensione della sentenza di morte dal capo del Dipartimento di Giustizia iraniano, l'Ayatollah Seyed Mahmoud Hashemi Shahrudi. Il giudice aveva definito la sentenza – emessa in prima istanza il 7 giugno scorso dalla prima camera del tribunale penale di Kermanshah, nell'Iran dell'ovest, e successivamente confermata il 1° agosto – «una violazione dei precetti islamici e delle leggi morali terrene».

Nella serata di oggi 3 dicembre la famiglia di Makwan ha contattato telefonicamente Ahmad Rafat, giornalista di AKI – ADN Kronos International e membro del Gruppo EveryOne, dando l'allarme: il caso di Makwan è stato riesaminato dall'Autorità Giudiziaria di Teheran, e ieri, domenica 2 dicembre, è arrivata la drammatica sentenza presso il carcere di Kermanshah, dove il giovane è detenuto da tempo.

«È necessaria un'azione internazionale di protesta immediata, che coinvolga il Governo Italiano, il Parlamento Europeo e tutta la società civile. Dobbiamo far sentire in Iran le nostre voci e chiedere che Makwan viva. Makwan è innocente e la colpa per cui è stato condannato è la sua omosessualità». È l'appello lanciato da Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, i leader del Gruppo EveryOne, che si è battuto, nei mesi scorsi, per impedire la deportazione dal Regno Unito della lesbica iraniana Pegah Emambakhsh. «Abbiamo sperato che l'Iran avesse mostrato compassione per Makwan» continuano «ma la campagna per la vita di Makwan condotta da migliaia di attivisti GLBT in tutto il mondo è rimasta inascoltata. Ci si stupisce inoltre di come qualcuno, anche sulla stampa internazionale, abbia definito 'child offender' Makwan, che era egli stesso un bambino quando amò un coetaneo».

«I familiari di Makwan sono sconvolti» afferma Ahmad Rafat di EveryOne.

«Da oggi, ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, per Makwan, perché i giudici iraniani comunicano alla famiglia il luogo e il momento dell'esecuzione solo la sera prima della stessa».

Il Gruppo EveryOne chiede a tutti di inviare cartoline, lettere ed e-mail al Ministro della Giustizia e al Presidente dell'Iran. Su ogni cartolina va disegnato un cuore e scritto «Noi amiamo Makwan. Makwan è innocente e deve vivere». Una campagna d'amore, quella rilanciata da EveryOne, perché in Iran chi ama in modo diverso – i gay e le lesbiche – è considerato un criminale e subisce le pene più terribili, fino a quella di morte.

«Abbiamo pochissimo tempo» concludono i leader di EveryOne Malini, Pegoraro e Picciau. «Agite subito, chiedete ad amici e conoscenti di inviare alle autorità iraniane quante più lettere e cartoline possibile, perché i giudici e il presidente della Repubblica Islamica devono sapere che uccidono un innocente, che ogni anno imprigionano, torturano e uccidono migliaia di innocenti».

 

per il Gruppo EveryOne

Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ahmad Rafat, Glenys Robinson, Arsham Parsi, Christos Papaioannou, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Laura Todisco, Alessandro Matta

 

Per maggiori informazioni:

Gruppo EveryOne

(+ 39) 334-8429527

www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 

 

Ecco a chi inviare cartoline, lettere, fax ed e-mail:

 

Head of the Judiciary

His Excellency Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi

Ministry of Justice, Panzdah Khordad (Ark) Square, Tehran, Islamic Republic of Iran

Email: info@dadgostary-tehran.ir

(In the subject line: FAO Ayatollah Shahroudi)

Fax: 011 98 21 3390 4986

(If the call is not answered first time, please keep trying. When it is answered, say "fax please".)

 

Leader of the Islamic Republic

His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei, The Office of the Supreme

Leader Islamic Republic Shahid Keshvar Doust Street, Tehran, Islamic Republic of Iran

Email: info@leader.ir

 

President His Excellency Mahmoud Ahmadinejad – The Presidency

Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection, Tehran, Islamic Republic of Iran

Fax: 011 98 21 6 649 5880

Email: dr-ahmadinejad@president.ir

E-mail: via web: www.president.ir/email

 

Speaker of Parliament

His Excellency Gholamali Haddad Adel Majles-e Shoura-ye Eslami

Baharestan Square, Tehran, Islamic Republic of Iran

Fax: 011 98 21 3355 6408

Email: hadadadel@majlis.ir


 

Embassy of Iran in UK

info@iran-embassy.org.uk

 

Ambassy of Iran in Turkey

Tehran Street, No.10 Davaklidere, Ankara - Turkey P.O.Box: 33

Fax +90-312 4632823

Email: iranembassy@hotmail.com

 

Ambasciata Iran in Italia

Via Nomentana, 361-363

00162 Roma (RM)

Fax 06 86328492

 

(da Notizie radicali, 5 dicembre 2007)


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276