Il blog di Alejandro
A. Torreguitart Ruiz. Por qué no te callas?
17 Novembre 2007
 

Che spettacolo in televisione, ragazzi! Meglio dei cartoni animati di Elpidio Valdés… Meo Porcello rosso in viso che vuota il sacco e dà del fascista a tutti, Zapatero compreso. Juan Carlos perde le staffe e getta sul tavolo quel por qué no te callas? che fa il giro del mondo, lo vediamo persino noi, senza parabolica illegale, lo trasmette anche Cubavision ed è tutto dire. E poi oggi arriva Fidel e difende Meo Porcello, ché Zapatero manca di palle, attributi, roba da uomini, insomma, mica per niente fa sposare i froci. Fidel parla di spina dorsale, ma si sa che la spina dorsale del macho passa per i coglioni, ormai è un discorso vecchio. Il summit di Santiago diventa la cosa più comica trasmessa da Cubavision dai tempi di Pateando la lata, mi sembra di vedere quella strampalata coppia comica che mi piaceva tanto quando si rimbeccava a colpi di como se te occurre …

Juan Carlos, invece, si comporta proprio male. Non sembra neppure un re. Meo Porcello rompe gli argini come un fiume in piena, tracima a colpi di fascista, ce ne sono per tutti. Passi per Aznar, ma pure Zapatero, via… E allora Juan Carlos si scorda il sangue Borbone, mette da parte la flemma aristocratica e la butta giù dura.

È andata bene, ragazzi. Il re si controlla, resta sul diplomatico, si ricorda del sangue blu e non grida statte zitto, cretino!, ché lui pensa proprio quello, mica por qué no te callas?.

Fidel aggiunge che Meo Porcello merita rispetto, è un capo di stato nobile e intelligente, abile nelle parole, non per niente impara tutto da lui, registra i discorsi, li manda a memoria e alla prima occasione dà la via al pappagallo. Ragazzi, voi mica lo so come la pensate, Meo Porcello sarà pure intelligente, ma mica lo dà tanto a vedere, c’avrà le doti nascoste, credo. Nobile mica lo so, ma tra lui e Juan Carlos mi pare che vada meglio al vecchio Borbone, anche solo dall’apparenza. Chiacchierone invece va bene, ché Meo Porcello parla parecchio, anche a vanvera, mi pare. E allora diciamolo pure che noi cubani s’aspettava da tanto uno che gli dicesse di chiudere la bocca, di pensare prima di parlare, di avviare il cervello prima di mettere in moto le parole. Bravo Juan Carlos. Mi sei proprio piaciuto. Quasi quasi divento monarchico.


Alejandro Torreguitart Ruiz

L'Avana, 16 novembre 2007

Traduzione di Gordiano Lupi


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