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Carlo Forin: Dimensione della parola ‘dimensione’. Archeologia del linguaggio
10 Novembre 2007
 

Questo titolo sembra un circolo chiuso: dimensione-parola-dimensione. Vediamo di aprirlo.

La scienza ci ha già introdotto nello spazio a più dimensioni, grazie al genio di Einstein. Eppure, continuiamo a vivere in un mondo verbale ad una dimensione, fatto di tante chiacchiere dove ci stordisce l’inflazione della parola che, nella ricerca del suo significato, ci mette nella condizione di chi cercava di misurare l’oceano con un ditale. Ovvero, all’abbondanza delle parole che i media ci riversano non corrisponde la precisione del senso dei termini scambiati: ce li passiamo circa, pressappoco.

Un circolo (circum) andrebbe anche bene: l’anno scorso ho trovato un porcino là, circa (e si indica un albero, perno di un circolo). Circa latino sono ‘circoli’: e mi vengono in mente i circoli attorno agli occhi con i quali viene disegnato dai fumetti il personaggio abbagliato. Circum sarebbe un pressappoco accettabile, circa non lo è.

La ‘casa della vita del nome’, E TI MU in sumero, introduce una terza dimensione nella parola dimensione così che il circolo definitorio diventa ‘uno aperto’ al posto di tanti concentrici, che stordiscono.

Qual è l’etimo dello Zingarelli?

Lo Zingarelli etima: [vc. dotta lat. dimensione (m.) da dimensus, part. Pass. di dimetiri misurare (metiri) da ogni parte (dis)].

Un lemma viziato da grammaticismo. Nello studio etimologico non ha nessuna importanza la vita di una parola interna ad una lingua; ciò che contano sono le relazioni con altre lingue coeve ed anteriori. La parola oggetto di studio va messa in confronto con termini dalla stessa fonìa di lingue diverse in modo di poter individuare il passaggio. Allo Zingarelli mancava l’etimo della parola latina che ha cercato da ogni parte (dis).

Curioso il fatto che DISH in sumero sia l’Uno alla fine, che chiude il circolo iniziato da ASH, Uno all’inizio.

Noi non dobbiamo cercare dis-, ma di-!

Che cosa avrà osservato il linguista latino che ha consolidato nell’uso la parola dimensio (in abl. Dimensione)? DI in sumero è ‘giudizio’ [di-mensio]. Mensio è misura in latino; misura delle sillabe, per Cicerone [Sillaba < syllaba < SYL LA BA = SYL BA AL]. NE in dimensione vale ‘generazione di’ in sumero.

DI mensio NE resta collocata in italiano ‘dimensione’ con un cuore latino inserito in un circolo sumero: circoli comunicanti.

 

Ci sembra che il significato-‘Generazione’ di un ‘giudizio’ di ‘misura’- sia una dimensione a più dimensioni dove la misura è un test definitorio, ma il giudizio è solo quello che, alla fine, permette di andar oltre il circolo.

 

Carlo Forin


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