Telluserra
Maria Lanciotti: Cantuccio della fantasia. Leggende indiane. (Seconda parte)
26 Ottobre 2007
 

COME I BISONTI FURONO LIBERATI SULLA TERRA

 

(Voce narrante:)

All’inizio un essere potente chiamato Gobbo possedeva tutti i bisonti per sé e non ne lasciava nemmeno uno agli altri.

Così, tra gli altri il coyote disse:”

(Il Coyote:)

Dobbiamo entrare nel suo recinto, ma i muri sono troppo alti. L’unico ingresso passa per la casa che il Gobbo abita con il suo unico figlio e certamente non sarà possibile attraversarlo. Però ho un’idea: avete fatto caso che il figlio del Gobbo non ha un animale tutto suo? Faremo così: io mi trasformerò in un piviere e quando il figlio del Gobbo scenderà a prendere acqua mi farò trovare da lui e avrò un’ala spezzata. Certo, mi prenderà e mi porterà nella sua casa e quando sarò dentro volerò nel recinto, spaventerò i bisonti che impazziranno di paura, usciranno e saranno liberi sulla terra.”

(Un indiano:)

Così avvenne e il ragazzo portò l’uccello con l’ala spezzata a suo padre, ma questi gli disse che tutti gli animali sono imbroglioni.”

(Il Gobbo rivolto al figlio:)

Sbrigati, malaccorto, riporta quel piviere dove l’hai trovato e senza fare storie.”

(Il Coyote:)

Tornai al mio popolo e dissi che aveva fallito. Però non mi persi d’animo, mi trasformai in un cagnolino e il figlio del Gobbo mi trovò che leccavo l’acqua. Mi portò dal padre e il Gobbo lo rimproverò e cercò di ammazzarmi col bastone. Ma poi vide il figlio così addolorato che disse: «Fammi almeno essere sicuro che sia proprio un cane». E mi mise un tizzone acceso davanti agli occhi e io abbaiai tre volte, proprio come lui si aspettava.”

( Il Gobbo:)

È proprio un cane, ma io in casa non ce lo voglio! Portalo nel recinto dei bisonti e peggio per lui!”

(Il Coyote:)

Quando fui sicuro che padre e figlio si erano addormentati, presi a correre in mezzo ai bisonti abbaiando a più non posso e spaventandoli così tanto che fuggirono tutti e si sparsero per il mondo.”

(Il Gobbo:)

Altro che cane! Era Coyote l’imbroglione e me l’ha fatta!”

 

Maria Lanciotti


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