Diario di bordo
L’INCHIOSTRO E L’ASFALTO 
La tangenziale di Tirano tra finanziamenti e priorità
La statale 38 alle porte di Tirano
La statale 38 alle porte di Tirano 
04 Dicembre 2005
 
   Se l’inchiostro speso per parlare della nuove Strade Statali per Valtellina e Val Chiavenna si fosse trasformato in asfalto, probabilmente saremmo già a buon punto. Approfittando delle facilitazioni del post-alluvione si è costruito il tratto Lovero-Bormio: con la “Strada della Rinascita” si è chiuso il periodo della spesa pubblica spensierata. Poi si è parlato molto: di traforo del Mortirolo, stradale e poi ferroviario, del numero di corsie delle nuove strade, del tracciato ....
   Intanto il traffico aumenta e non si vedono né le nuove strade né una nuova politica dei trasporti. Il motivo dei ritardi nell’apertura dei cantieri è chiaro: al di là delle periodiche promesse, mancano i soldi necessari.
   La memoria va al gennaio di quest’anno, a Delebio, dove i Sindaci si sono riuniti a formare una catena umana ai lati della strada: approfittando della visibilità data dai Mondiali di sci si diceva al Governo che la valle ha bisogno dei finanziamenti. L’iniziativa era del Presidente della Provincia, On. Provera, che aveva formato un “Comitato di mobilitazione per le strade statali 38 e 36”.
   Legambiente, invitata nel Comitato assieme ad altre associazioni (artigiani, industriali, trasportatori...), aveva deciso di partecipare ai lavori che dovevano dare innanzi tutto unità nella richiesta di stanziamenti (per questo l'abbiamo soprannominato il comitato proverà...). Solo in seguito si sarebbero definite le priorità di intervento. Nel Comitato, in subbuglio ma tuttora attivo, Legambiente rappresenta un pezzo di ambientalismo che da almeno un decennio ha seguito le vicende delle nuove strade. Nel ‘94 l’associazione aveva organizzato a Tirano un convegno ("Infrastrutture per quale Valtellina)" nel quale aveva proposto il tema del legame tra infrastrutture e modello di sviluppo, malamente riassunto nell’antagonismo tra due e quattro corsie. Il dilemma due/quatto è di nuovo salito alla ribalta della cronaca negli ultimi giorni. I dubbi sono già stati risolti con l’approvazione del progetto, nel 2003: la nuova S. S. 38 avrà quattro corsie nel tratto Colico- Sondrio e due corsie nel tratto Sondrio-Lovero.
   Il polverone di questi giorni, ingigantito dalla stampa, è legato all’annuncio fatto dall’On. Provera della disponibilità di finanziamenti per 140 milioni di € ai quali si aggiungono 150 milioni di € residui della legge Valtellina che la politica non è riuscita a spendere in più di dieci anni!). La somma ipotizzata è di molto inferiore a quello che servirebbe per l’intera Nuova 38 da Colico a Lovero (costo stimato a circa 1.800 milioni di €, che nessuno ha mai spiegato dove reperire ed in quale arco di tempo). È necessario e logico intervenire sul progetto approvato ritagliando un pezzo, uno stralcio, che si possa realizzare con i soldi disponibili. Il progetto non si cambia, pena l’annullamento della procedura, il che vorrebbe dire passare altri dieci anni a discutere di strada.
   Si deve dare per scontato che la priorità sia del Morbegnese, la zona più urbanizzata della provincia, con i carichi di traffico più consistente, che deve essere attraversata da tutti, anche da chi va a Livigno o allo Stelvio. La discussione è stata portata al di fuori del Comitato e per adesso è sulle pagine dei giornali. Una prima ipotesi, lanciata da Legambiente, immagina uno “stralcio longitudinale” del tratto Colico-Tartano. Dopo l’appalto dei lavori, la terza fase di progettazione dovrebbe adeguare il progetto che provvisoriamente dimagrirebbe (da quattro a due corsie) nel tratto che supera i nodi di Delebio e Morbegno. Questo stralcio costa un po’ più della metà dell’intero tratto, ma probabilmente si può fare con meno dei 290 milioni di € ipoteticamente disponibili. Si potrebbe utilizzare l’avanzo per costruire almeno un pezzo della tangenziale di Tirano.
   Una seconda ipotesi prevede la realizzazione del progetto, così come approvato, fino a Cosio. Si risolverebbero i problemi della viabilità per Delebio. Si dovrebbe aspettare un ulteriore finanziamento per superare il nodo di Morbegno, che non vuole tangenzialine, e poi di Tirano. Ma in lizza ci sarebbero la SS 36, il completamento di Sondrio, la SS 39 per Aprica...
Per togliere il traffico di transito dal centro della città Tirano non ci si deve lasciar tentare da soluzioni tampone: una minitangenzialina rischia di avere un bilancio costi/benefici molto problematico. Meglio agganciarsi al progetto ufficiale presentato dall’ANAS ed approvato dalle amministrazioni locali. Nelle ristrettezze economiche dei bilanci dello Stato e nella difficoltà di conoscere con certezza tempi e modi di esecuzione della tangenziale bisogna lottare per evitare gli sprechi, come quello di avviare a Colico i cantieri di un’opera costosa che porterebbe un traffico veloce fino all’imbuto di Cosio.
   Nell'interesse dei cittadini (...e di tutto il mandamento, nonché dei camionisti e dei turisti in coda) l'Amministrazione di Tirano deve chiedere la cantierizzazione di un 1° stralcio del progetto, corrispondente alla galleria del Dosso. Con una lunghezza di circa 2 Km può costare 40-50 milioni di €, con tanto di connessioni alla viabilità ordinaria a monte e a valle.
La somma è alla portata del finanziamento prospettato e la soluzione sembra la migliore in un’ottica di razionalizzazione delle scelte e efficacia della spesa, che dovrebbe interessare anche al Governo e alla Politica.
   L’On. Provera non ha ancora detto che le decisioni sono già state prese a Roma: per questo il lavoro di questi giorni deve essere intenso, tenendo il fiato sospeso in attesa dell’approvazione della legge Finanziaria che può dare certezze sul finanziamento. I giochi sono aperti su più tavoli: su quello provinciale l’Amministrazioni di Tirano è chiamata a mettere in campo tutto il suo peso; sul piano politico sarà bene che i partiti evitino di concentrarsi troppo sulla campagna elettorale, perdendo di vista i problemi.
   A fianco alle iniziative per "portare a casa un pezzo di strada" e liberare la città dalla morsa del traffico in transito Tirano deve spingere anche l’idea dello scalo ferroviario. Fondamentale per Tirano e per il suo rilancio economico, lo scalo consentirebbe di togliere quantità consistenti di merci dall’asfalto. Quest’opera, considerata da tutti strategica, rilancia l’idea della riorganizzazione della mobilità della Valtellina.
   Rimane aperto il tema della mobilità interna, che con molti piccoli interventi può essere indirizzata verso modelli virtuosi, a misura di bambini ed anziani, con un traffico “moderato” e più piacevole per tutti.

 Legambiente Media Valtellina
(da Tirano & dintorni, dicembre 2005)

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