Oblò cubano
Félix Luis Viera e la nostalgia di un esiliato 
Un poeta lontano dalla patria
07 Settembre 2007
 

Félix Luis Viera è noto in Italia per aver pubblicato Il lavoro vi farà uomini (L’ancora del mediterraneo, Napoli - titolo originale Un ciervo herido), un romanzo verità che racconta la terribile esperienza delle UMAP, centri di rieducazione e lavoro per antisociali (dissidenti, omosessuali, religiosi, rockettari...) creati dalla fantasia malata del comunismo cubano nei primi anni Sessanta. Molte opere di Viera sono inedite nel nostro paese, ma meriterebbero di essere tradotte, perché è uno scrittore dallo stile colto e raffinato che ha il coraggio di raccontare il vero volto dell’isola caraibica. Le Edizioni Il Foglio stanno traducendo Hotel Inghilterra, un romanzo breve che fornisce un quadro della Cuba contemporanea, ai tempi del periodo speciale.

La poesia che traduco (prendendomi poche libertà di resa e lasciando il piacere di gustare l’originale spagnolo) fa capire tutta la nostalgia dell’esiliato per una terra lontana, la stessa nostalgia che provava Cabrera Infante da Londra immaginando L’Avana senza poter sentire il profumo del suo mare. Félix Luis Viera costruisce una poesia d’amore e nostalgia paragonando la patria al corpo di una donna che gli ha permesso di avere meno nostalgia, tra il freddo e la solitudine. Descrive un rapporto d’amore intenso alternando similitudini delicate e immagini lascive, fino a immaginare che un giorno la patria comincerà in un prato e terminerà tra le gambe di una donna. L’amore è l’unica salvezza, secondo il poeta in esilio, la sola cosa che toglie dalla disperazione, dal rimpianto e che fa nutrire la speranza che un domani qualcosa possa cambiare. Félix Luis Viera ci regala una stupenda poesia d’amore che si trasforma in accorato canto politico per il futuro della sua terra. (Gordiano Lupi)

 

 

Lejos de la patria has conocido a una mujer
por Félix Luis Viera


Lejos de la patria has conocido a una mujer
que tiene una pecera
y que en las noches se arrulla con el viento lunar.
Ella te salvó del frío y de la constante, inmensurable soledad
en la inmensa ciudad donde nadie te amaba.
Tú estabas lejos de la patria
o mejor dicho tú en ti habías extraviado la patria
y los senos de esta mujer te hicieron encontrarla,
los jugos de su interior te dieron las franjas
de las banderas de tu patria que habías extraviado.

Ella bajaba cuatro pisos para verte
en los amaneceres donde tú no te hallabas el lugar de la boca
y te amaba creo que como se ama
un espectáculo largo tiempo admirado y pretendido,
su sexo se asemejaba al pastel que quisiste
cuando niño:
era tierno y crujiente y parecía recién sacado
de un horno tibio,
su vientre se parecía a la patria
porque uno no quisiera abandonar su calidez,
una mujer morena cuyos ojos eran los más temibles retadores de la noche.
Sus senos debieron ser esculpidos por aquel que supo
sembrar el néctar en la piedra.
Tu chupabas sus senos como si fueran
la última baraja marcada.
Ella te sacaba todos tus jugos
y el tintineo de su voz
te hizo asegurar
que algún día los hombres se amarían
de modo que la patria comenzara en un prado
y terminase en las piernas de una mujer
y en las manos de un hombre sobre esas piernas.
Era morena y furtiva en las mañanas y antes de llegar a ti
ya su sexo había probado el rocío.
Tu supiste que sus nalgas habían sido tocadas por Cristo
y por eso jamás morirían.
Era morena como el sol que cae tras las montañas
en la enorme Ciudad.

México, DF, agosto de 1995
Del poemario inédito La patria es una naranja

 

 

Lontani dalla patria hai conosciuto una donna
di Félix Luis Viera


Lontani dalla patria hai conosciuto una donna
che possiede un acquario
e che di notte si culla con il vento lunare.
Lei ti salvò dal freddo e dalla costante, incommensurabile solitudine
nella immensa città dove nessuno ti amava.
Tu eri lontano dalla patria,
o per meglio dire avevi smarrito la patria
e i seni di questa donna te la fecero trovare,
i suoi intimi umori ti dettero gli ornamenti
delle bandiere della tua patria che avevi smarrito.

Lei scendeva quattro piani per vederti
nelle albe dove tu non trovavi il luogo della bocca
e credo che ti amasse come si ama
uno spettacolo per lungo tempo ammirato e preteso,
il suo sesso somigliava alla torta che desideravi
quando eri bambino:
era tenero e croccante e sembrava appena tolto
da un forno tiepido,
il suo ventre somigliava alla patria
perché non avresti mai voluto abbandonare il suo calore,
una donna bruna con gli occhi che erano i più temibili sfidanti della notte.
I suoi seni dovettero essere scolpiti da colui che ha saputo
seminare il nettare nella pietra.
Tu succhiavi i suoi seni come se fossero
l’ultimo mazzo di carte segnato.
Lei ti toglieva tutti i tuoi umori
e il tintinnio della sua voce
ti ha fatto capire
che un giorno gli uomini si ameranno
in modo tale che la patria comincerà in un prato
e terminerà tra le gambe di una donna
e nelle mani di un uomo sopra queste gambe.
Era bruna e furtiva nelle mattine e prima di arrivare da te
già il suo sesso aveva assaggiato la rugiada.
Tu hai saputo che le sue natiche erano state toccate da Cristo
e per questo non moriranno mai.
Era bruna come il sole che cade tra le montagne
nella immensa città.

 

Messico, DF, agosto 1995

Tratta dalla raccolta inedita La patria è un’arancia

(Traduzione di Gordiano Lupi)


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