Piero Cappelli: “Cosa ne penserebbe oggi Don Milani?” Lettera aperta a Walter Veltroni
Don Milani a Barbiana
Don Milani a Barbiana 
23 Agosto 2007
 

Inizia la sua collaborazione a TELLUSfolio e a TELLUS una delle figure di giornalista e di politico più coraggiose e inusuali che abbia conosciuto in Toscana: Piero Cappelli. Nella terra prima del PCI e della DC secolare, e poi nelle varie metamorfosi di questi blocchi di potere, Piero Cappelli ha sempre, in prima persona (partendo dalle esigenze dei cittadini tanto spesso ridotti a sudditi dei partiti ed evitando girotondi mediatici), difeso con varie organizzazioni da lui dirette, articoli e denunce, correndo anche rischi personali e subendo minacce, i consumatori, i malati, i sofferenti di disagi psichici, gli espropriati dell'ambiente, dalle prepotenze burocratiche e dall'ignavia complice di amministratori, politici e Asl varie. Esponente dei Cristiano Sociali, poi lasciati perché diventati una corrente dei DS senza autonomia, deluso anche dall'Italia dei Valori e compagnia per i maneggi in Toscana di Elio Veltri allora plenipotenziario dipietrista, prosegue oggi la sua attività (insieme a quella cristiana di dedizione al prossimo e allo studio della comunicazione teologica, dove non rinuncia con liberale apertura, lui, da sempre di area di centro-sinistra, al dialogo con il teologo Baget Bozzo) con denunce e articoli su quotidiani o riviste combattive, come appunto I Care, sui mali del paese e della Toscana, dove il “rosso” nasconde spesso, utilizzando una mitologia politica costruita da tanti onesti militanti e ovviamente dilapidata, un sistema ingessato e per niente aperto e democratico. 

L'incontro nella rete con TELLUSfolio, con il viatico di TELLUS: “Cattolicesimo”, lo hanno convinto che questo può essere anche il “suo” giornale, per proseguire in totale indipendenza, ma anche con la modernità e le opportunità delle pagine elettroniche, le sue battaglie politiche e culturali.

Con Enea Sansi, che di battaglie civili combattute in totale autonomia con il valtellinese 'L Gazetin se ne intende, gli abbiamo affidato una sezione in “Critica della Cultura”.

Io lo saluto con affetto e tenerezza, perché mi piacciono i cavalieri resi solitari dal sistema dei partiti che ammorbano l'Italia, in gestazione o stabilizzati, di governo e d'opposizione, in un paese dove tutti sono dei bravi “Bravi” manzoniani da televisione e da carica tracotante e ben pagata dalle ASL agli ospedali, al Parlamento, traversando province, regioni, comuni, comunità montane, e tutto quanto può essere lottizzato. Con l'eccezione, bisogna ammetterlo, dei Radicali e di tanti indipendenti cristiani e laici impegnati nel volontariato e in movimenti che i soliti noti vorrebbero targare a loro consumo e somiglianza.

 

Claudio Di Scalzo

 

 

PIERO CAPPELLI: COSA NE PENSEREBBE OGGI DON MILANI.
LETTERA APERTA A WALTER WELTRONI

      

Caro Walter,

Sono trascorsi quasi due mesi dal tuo discorso del 27 giugno scorso. E tra i punti qualificanti che hai toccato non ho sentito parlare di alcuni che a me – e non solo a me - invece stanno molto a cuore. Soprattutto uno e cioè che un candidato, invece di parlare del nuovo partito, parla come se fosse già candidato a primo ministro. Intanto una domanda a bruciapelo: ma quando vengono via i nostri soldati dall’Irak e anche dagli altri teatri di guerra?

Premetto che un personaggio politico come te, da più di trent’anni sulla breccia italiana, e che si sta mettendo alla testa di un nuovo partito del centro-sinistra che si chiama “democratico” avrebbe almeno dovuto parlare del ‘suo’ nuovo partito, prima di tutto: come lo vorrebbe, come lo propone ai cittadini per avere il consenso, i metodi che intende adottare, prima ancora dei temi programmatici che tu hai sciorinato per un’ora e mezzo, un po troppo per la verità…

E come prima cosa avresti dovuto prendere le distanze da chi ti ha proposto (chi?) a futuro segretario del Pd. Franceschini ti ha seguito subito a Barbiana: ma forse avete già deciso tutto, tra voi e pochi altri? Anche se la Bindi ha preso più consensi di lui in un ultimo sondaggio. E poi il caso Pannella, Di Pietro… non avete saputo nemmeno rispondergli per il verso giusto: incertezze, pressappochismo… Ma che razza di ‘Partito Democratico’ è mai questo? Si parte già male caro Walter. Per me.

Una delle prime cose che i Democratici Usa hanno chiesto alla vostra delegazione – come sai – è come avreste gestito le primarie. Visto che da loro sono come delle vere elezioni e da noi una mezza farsa… e voi che gli avete risposto?

Ecco perché è importante parlare prima di tutto del partito e poi dei problemi del Paese. Il vero problema sono i partiti in Italia e se non si riformano questi non si andrà lontano nemmeno con un nuovo sistema elettorale. Si deve necessariamente conoscere, legalizzare e rendere trasparente soprattutto il sistema di relazioni fra partiti e istituzioni, fra partiti e affari, fra partiti e consenso. E se non si fa questo attraverso la riforma dei partiti caro Walter per me tutto è inutile. Perché è qui che si radicano poi i veri problemi del malaffare. Il metodo oggi è il contenuto, in una democrazia avanzata...

Per cui il primo punto sono i partiti e la loro riforma, a partire proprio dal Partito Democratico se vuol essere tale... ma su ciò, si è saputo troppo poco da te: perché?

Per gli altri problemi che mi sembra siano ancora da considerare ma sono i punti salienti di un programma di valore. La legalità: al 2004 abbiamo avuto la bellezza di 270.101 miliardi di euro di evasione fiscale (dati governativi) da una parte e il potere delle varie mafie disseminate nel nostro Paese... La Difesa, le armi: siamo il settimo paese al mondo che produce e commercia armi. L’attuale governo Prodi ha incrementato del 61,12% (dati governativi) – rispetto a quello Berlusconi – le esportazioni, pari a 1.360.698.213,76 €. I costi della politica. Dal Quirinale fino all’ultimo ente pubblico non è l’ora di fare vera trasparenza, vera pulizia? L’informazione. Rai e private: è possibile che il duopolio Rai-Mediaset governi prepotentemente miliardi di euro di pubblicità e di conseguenza tutto il resto? La salute dei cittadini, tra cui la ‘tossico-dipendenza’ e gli incidenti stradali: cosa proponi per questi due gravissimi problemi? La scuola e la ricerca in Italia valgono poco, purtroppo. La Giustizia. Con la G maiuscola. Ti sembra che quella di oggi renda un buon servizio a questo Paese, a noi cittadini? È veramente “…uguale per tutti”, specie e non solo nel Sud d’Italia dove le mafie locali e internazionali sono belle vegete e sane? La laicità e il rapporto con le religioni e la Chiesa cattolica. Non sarebbe l’ora di farla finita con il Concordato e ripristinare la teologia nelle università pubbliche come in altre nazioni europee? Fare di questo stato un vero Stato laico seppur rispettoso di tutte le religioni?

 

Infine mi fa pensare chi come Montezemolo monta subito sul tuo carro: c’è qualcosa che non va. C’è come un trucco, sotto sotto. «Ma perché, si domanda la gente semplice, uno come il presidente della Confindustria, Fiat, Ferrari, gli piace Veltroni e piace anche a me, povero cristo?» Ti sei chiesto Walter perché quest’unanimismo dall’operaio al suo presidente?

 

Eppoi. Caro Walter, quando citi o pensi a don Lorenzo Milani, cerca una volta tanto di capire cosa ne direbbe lui, il priore di Barbiana, del tuo metodo e dei tuoi contenuti sui problemi della nostra società di oggi: sulla scuola rileggiti Lettera a una professoressa e La parola fa eguali; sulla Difesa, la guerra e le armi medita un po anche su L’obbedienza non è più una virtù; su la laicità dello stato ripassa un po’ Esperienze pastorali; su la Giustizia invece riprendi in mano Lettera ai Giudici. E allora poi, dopo aver riletto un po’ tutto questo, quando ricordi don Lorenzo e i tuoi progetti politici che partono – come hai detto tu da Barbiana –, domandati se anche Lorenzo avrebbe detto e fatto così. E forse potresti trovare anche una risposta diversa…

Eppoi agli ‘unti del Signore’ in politica non ho mai creduto e tanto meno ci ha creduto don Milani caro Walter: a quelli che vengono ‘investiti’ da chissà quale destino fatale, voluto da chi, dall’unanimismo… La politica è politica di tutti che si fa insieme e insieme si lavora per il bene comune, insieme al leader, come alla scuola di Barbiana...

 

PiCap


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