Laboratorio
Breve diario tratto dall’esperienza teatrale dedicata ad un personaggio storico 
Dalla Svizzera italiana una fatica altamente educativa
21 Agosto 2007
 

STEFANO FRANSCINI. Attinente di Bodio nel Canton Ticino, vi nacque il 23 ottobre del 1796. Uno degli esponenti di maggior spicco nella storia del Partito Liberale Radicale ticinese, Franscini fu eletto come consigliere federale il 16 novembre del 1848 sotto la nuova Costituzione federale entrata in vigore quell'anno. Durante il suo incarico in Consiglio federale a Berna, fu a capo del Dipartimento federale dell'interno fino al suo decesso che avvenne il 19 luglio del 1857.

 

 

29 maggio 2007

 

Lo spettacolo teatrale Stefano Franscini andrà in scena domani. Dopo la prova generale raccolgo qualche “voce dai camerini”. Chiedo a qualche attore di esprimersi.

 

– Ciao, sono Melinda e recito la parte di Carlo Cattaneo. Dico la verità, mi piace di più interpretare la parte della figlia di Stefano Franscini, che si chiamava Fanny. In quella parte devo anche cantare! Canticchio la canzone di Paolo Meneguzzi, così facciamo una Fanny un po’ moderna. No comment!!

Dopo qualche prova con esercizi vari per formare il gruppo, a novembre abbiamo iniziato a studiare le parti: facevamo le prove tutte le settimane, il martedì e il giovedì. Ci siamo divertiti e annoiati, a dipendenza delle giornate. Per due volte sono caduta dal palco. Ho strappato i pantaloni! Quante figure. Finalmente siamo arrivati al grande momento: lo spettacolo!

 

– Ciao, io sono ZED. Metto il nome mascherato per non farmi riconoscere. Sinceramente il teatro è un’emozione unica nella vita. Ti agita all’inizio, ma poi riesci a capire il tuo personaggio e lo interpreti al meglio. Io ne sono sicuro…

 

– Io sono Lüigia Franscini, ma in realtà mi chiamo Nicole. Se a qualcuno viene in mente di fare teatro sappia che bisogna prepararsi a studiare un bel po’. È un lavoro davvero impegnativo. Ma ne vale la pena!

 

 

4 giugno 2007

 

Formare, educare, indirizzare gli adolescenti è un compito assai impegnativo. Riconosciamo tutti un certo disagio presente nella popolazione giovanile, figlia di una famiglia a volte “polverizzata”, a volte fiorita dai ritmi implacabili del lavoro, degli impegni. Conservo ancora il testo argomentativo preparato da una ragazza quindicenne durante il laboratorio di scrittura. Ha una voce esile, il corpo di una donna, una timidezza fiera che si apre nella grinta, quando scende nel campo della scrittura, in aperta polemica con il mondo degli adulti: «Mi pare che gli adulti continuino a gridarci addosso Siate perfetti! – Ma noi non siamo né più né meno perfetti di loro!!»

Ritengo sia fondamentale mettere in evidenza dei modelli positivi e favorire dei tentativi educativi che permettano agli adolescenti di comunicare con qualità e coraggio le proprie emozioni, all’interno di sentieri formativi decisamente strutturati.

Le manifestazioni dedicate alla figura di Stefano Franscini, organizzate a 150 anni dalla morte, hanno coinvolto alcune realtà scolastiche dove stanno crescendo giovani capaci di vivere esperienze positive. Sono allievi sani. Sono la maggioranza. Di questo tipo di gioventù si parla raramente.

Nelle due scuole medie della Valle Leventina si è pensato di lavorare sul Franscini, veicolando più valori. È stato messo in campo un progetto tematico diluito sull’arco di un anno (maggio 2006-giugno 2007), che ha coinvolto materie come italiano, storia, educazione alla cittadinanza e l’attività teatrale, pianificata come opzione nel doposcuola. Nel caso del teatro, grazie a regole precise e a punti di riferimento solidi, i docenti, i registi, i musicisti e lo scenografo hanno costruito un percorso collettivo attraverso il quale 27 adolescenti hanno dovuto acquisire nozioni, memorizzare il testo, muoversi nello spazio scenico, relazionarsi alla musica, in sostanza mettersi alla prova con coraggio e responsabilità: una fatica altamente educativa. Si sente nascere una creatura fatta di parole, gesti, sguardi, musiche, ritmi, scena e luci. I ragazzi hanno respirato una specie di evasione dalla scuola, dentro le mura scolastiche, in un momento in cui i ragazzi di quarta sono comunque confrontati con le scelte per il futuro, le verifiche, le prove cantonali, le prove harmos, le varie selezioni da superare per accedere alle scuole post-obbligatorie. Tra gli attori c’erano ragazzini di prima media, impegnati ad apprendere in un ambiente scolastico nuovo.

Il lavoro teatrale è un bel canale dove far convergere esperienze emotive. I ragazzi acquistano forza, consapevolezza nei propri mezzi, si mettono sotto i riflettori di una  prova stimolante, non mediata dallo schermo di un cellulare, ma viva, sana, in un corpo a corpo tra gli spazi scenici.

Stefano Franscini rappresenta una parte delle nostre radici. Nello spettacolo si ripercorrono quattro tappe della sua vita: il bambino di Bodio che non vuole diventare prete, lo studente che a Milano incontra il giovane Carlo Cattaneo, i professori Gioia e Romagnosi e qualche spia austriaca, il Consigliere di Stato a stretto contatto con il colonnello Luvini, Severino Guscetti, lo stesso Cattaneo e altri illuminati. Infine il Consigliere Federale eletto a Berna nel 1848. La laicità del Franscini e la sua visione politica prendono vita attraverso scene didattico-simboliche nelle quali la parola e la musica dialogano con un timbro prettamente... adolescente.

 

 

5 giugno 2007

 

Abbiamo creato un piccolo blog per permettere ai ragazzi di lasciare delle tracce, delle impressioni, dopo le prime tre serate. Ecco alcuni brani…

 

Il teatro: fare cose dove si deve “tirare fuori” la grinta e la leonessa e il leone che si hanno dentro! A volte può essere imbarazzante, ma facendo teatro ho vinto questa paura.

 

Il teatro é una forma educativa divertente, emozionante, fantastico. Se ne avete la possibilità, fatelo anche voi!

 

Il teatro è un’esperienza bellissima. Non la si dimentica facilmente. Mi sono divertita un mondo e spero che nel prossimo spettacolo tutto sia ancora così bello.

 

Grazie ai registi: con i loro consigli e una qualche sgridata siamo arrivati fino a qua!
Ma soprattutto grazie agli spettatori! Senza di loro non ci sarebbe stato niente!

 

Pubblico magnifico! Senza pubblico niente teatro! Grazie a tutti quelli che sono venuti a vederci e ci hanno applaudito.

 

 

25 giugno 2007

 

Oggi piove. La pioggia aiuta a pensare. I ragazzi hanno recitato per quattro serate e hanno stupito, emozionato, divertito settecento persone. Maturi e forti e nello stesso tempo ancora fragili. Una rappresentazione teatrale di alto livello che ha toccato il cuore, ci ha detto un’anziana signora di Bellinzona, salita fino a Bodio.

Gli allievi ricorderanno a lungo questo finale di anno scolastico: hanno dovuto affrontare la perdita di un loro compagno. Eppure il 19 giugno hanno voluto recitare malgrado il dolore. Al loro amato compagno hanno dedicato un inno alla vita e hanno trasmesso un messaggio di una potenza indimenticabile, una lezione di continuità e coerenza.

Questo progetto deve essere un punto di partenza per maturare altri percorsi significativi. A partire da settembre 2007 si lavorerà in ambito narrativo, teatrale, coinvolgendo anche diverse associazioni, per trattare i temi  dell’adolescenza. Si partirà da un romanzo in cui la protagonista, Melinda, si incontra e di scontra con diversi problemi: primi amori, io e i contraccettivi, relazioni con il mondo degli adulti, relazioni con il mondo scolastico, incomunicabilità all’interno del nucleo famigliare, io e la guerra, io e la pubblicità.

 

 

I dati

 

attori: i meravigliosi allievi della scuola media di Ambrì e Giornico

testo di Franco Celio

regia di Luciano Zappa, Daniele Dell’Agnola

aiuto regia Samantha Rinaldi

scenografia di Edy Mottini

musiche di Daniele Dell’Agnola

batterista: Gianni Masotti

Website:

http://daniteatro.wordpress.com

www.smeambri.ch/05franscini.htm

 

Daniele Dell’Agnola


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