Oblò cubano
Cittadinanza argentina per la figlia del Che 
Niente contro la sua patria Cuba, ma voglia di meno burocrazia: «I miei figli potranno andare in Europa senza le ingombranti trafile»
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Un'immagine della famiglia del Che, con la piccola Celia in braccio al padre, 1963 
16 Agosto 2007
 

MADRID, 14 agosto 2007 – Niente contro Cuba, il suo Paese natale, ma Celia Guevara, 44 anni, quarta figlia di Ernesto, e castrista convinta, considera che due passaporti sono meglio di uno. E ha chiesto anche la nazionalità argentina del padre, nato a Rosario 79 anni fa. Il passaporto sta per arrivarle, dopo 8 mesi di attesa, al consolato del Paese sudamericano all’Avana. Secondo il Clarin, il quotidiano di Buenos Aires che ha svelato la notizia, Celia, responsabile del Dipartimento di Veterinaria dell’Acquario Nazionale di Cuba, ha motivato la richiesta della seconda nazionalità con il desiderio che i suoi figli «possano andare in Europa senza le ingombranti trafile e i visti» indispensabili ai cubani per lasciare l’isola.

 

Celia, che aveva appena 4 anni quando suo padre morì combattendo nella selva boliviana, avrebbe assicurato ai funzionari diplomatici argentini di voler continuare a vivere a Cuba, dove la sua famiglia mantiene ottime relazioni con Fidel Castro. Il Lider Maximo ha appena festeggiato 81 anni d’età, 48 dei quali trascorsi al potere, anche se da un anno ha ceduto le leve di comando al fratello Raul per ragioni di salute. Qualche mese dopo il trasferimento dei poteri, a gennaio, la figlia dell’eroe della rivoluzione cubana ha avviato le pratiche per la cittadinanza al consolato argentino.

 

Celia, specialista in mammiferi marini, e i suoi tre fratelli sono nati dal secondo matrimonio del Che, quello con Aleida March, che rimase con loro nell’isola quando il padre ripartì nel ’66 per la sua ultima, fatale impresa: «Lo Stato», scrisse il Comandante nel suo testamento, «darà loro abbastanza per vivere e studiare». Così è stato; e la famiglia Guevara, cui all’epoca si aggiungevano la primogenita Hildita, figlia della prima moglie Hilda Galea, e un figlio non riconosciuto, Omar, è diventata a Cuba il monumento vivente alla memoria del condottiero. Almeno fino alla nuova generazione che, invece, sembra piuttosto interessata a esplorare l’altro lato dell’oceano Atlantico.

 

Elisabetta Rosaspina


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