Oblò cubano
Fidel Castro scrive su politica e sport 
Riflessioni sulla vicenda dei due pugili catturati
06 Agosto 2007
 

Dal Granma del 4 agosto 2007


Questo lo scrivo in fretta e un po’ tardi. Devo farlo per il forte impegno con cui ho analizzato il tema. Le notizie hanno annunciato che i pugili che avevano disertato a Rio di Janeiro erano stati localizzati e arrestati dalle autorità in una spiaggia nelle vicinanze della suddetta città. Ricordate che si consideravano spariti. Non avevano documenti. Non sono stati portati in prigione. Sono rimasti nello stesso hotel dove si alloggiavano sotto il controllo della Polizia Federale. I pugili hanno dichiarato che avevano commesso un errore ed erano pentiti. Si sono rifiutati di ricevere un cittadino tedesco, che immediatamente si era interessato a loro, su istruzioni dell’azienda mafiosa. Questo l’abbiamo saputo dopo. Le autorità brasiliane hanno chiesto i documenti dei pugili e la rappresentanza consolare di Cuba, seguendo le istruzioni del nostro Ambasciatore, ha sbrigato le pratiche. La notizia che i pugili si trovavano in Turchia in attesa delle pratiche d’immigrazione, è stata lanciata dalla mafia come manovra d’inganno. Perfino un membro del parlamento tedesco ha cercato di fare base con la palla di straccio. L’azienda che aveva investito più di due milioni di dollari nel grossolano affare, parlava dei diritti umani dei familiari degli atleti. Che cosa diranno le Nazioni Unite di questa sleale competizione? Ecco dove s’incontrano sport e politica, nella ricerca di soluzioni giuste e di principi, oltrepassando le affezioni e le amarezze. Questi cittadini non saranno sottoposti a nessun tipo di arresto e ancora di meno ai metodi come quelli che usa il Governo degli Stati Uniti ad Abu Ghraib e Guantánamo, mai utilizzati nel nostro Paese. I due pugili saranno sistemati provvisoriamente in una casa di visita alla quale avrà accesso la loro famiglia. La stampa potrà incontrare gli sportivi, se loro desidereranno parlare. Ai due pugili saranno offerti compiti decorosi in favore dello sport, secondo le loro conoscenze ed esperienze. Le autorità brasiliane possono stare tranquille davanti alle inevitabili campagne degli avversari. Cuba sa comportarsi all’altezza delle circostanze. Io, dalla mia parte, dormirò bene.

 

Fidel Castro Ruz

4 agosto 2007

 

 

Un breve ma doveroso commento alle parole di Castro, che faccio dopo essermi consultato con uno scrittore cubano in esilio che vuole restare anonimo. La realtà sarà ben diversa dalle promesse pubbliche, i due pugili avranno un trattamento duro e umiliante, tutto verrà fatto in silenzio e sotto giuramento che nessuno racconti le imposizioni che dovranno subire. Prima di tutto è più che certo che non indosseranno mai più i guantoni per combattere su un ring di pugilato. Per interpretare le minacce velate, basta leggere tra le righe delle riflessioni una terminologia da grande fratello orwelliano… I due pugili saranno alloggiati in una casa di visita (una sorta di prigione?) e otterranno un lavoro decoroso in favore dello sport secondo le loro conoscenze ed esperienze (una specie di lavoro rieducativo?). Chi vive a Cuba sa dare un significato preciso a certe espressioni sibilline, così come il partito comunista sa maneggiare la realtà da vero professionista della menzogna.


Gordiano Lupi


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