Diario di bordo
Primarie PD. La candidatura Pannella Bonino, le reazioni “pio-pio” e il prezioso libro di Macaluso...
01 Agosto 2007
 

“Siamo lieti che Marco Pannella ed Emma Bonino abbiano deciso di partecipare alle primarie per l’elezione del presidente del costituendo Partito Democratico. Saremmo ancora più lieti se oltre a Pannella e Bonino, decidessero di partecipare anche Oliviero Diliberto, Clemente Mastella, Franco Giordano, Alfonso Pecoraro Scanio...”.

C’era un modo molto semplice, si vorrebbe dire “radicale”, per disinnescare quella che per molti è la “bomba” Pannella; ed era (è) appunto quello di accettare la sfida, e rilanciare la posta. Ma occorrerebbero intelligenza e fantasia politica, che evidentemente non ci sono; occorrerebbe anche un coraggio e una fiducia nella democrazia più dichiarati che praticati.

 

E infatti, ecco un florilegio di dichiarazioni delle ultime ore: Rosy Bindi: «Pannella-Bonino? Per adesso mi sembra una provocazione radicale, perché non mi pare che facciano sul serio. Andare avanti ed impegnarsi significa abbandonare la storia radicale, ma se si presentano con quel ticket, non mi sembra che abbiano questa intenzione». Pierluigi Castagnetti: «La candidatura di Pannella è anche il frutto di qualche improvvisazione di troppo nell’organizzazione delle primarie. Eleggiamo un segretario prima di aver definito il modello di partito e questo fa sì che tutti sentano autorizzati a presentarsi, e non c’è dubbio che il leader radicale coglie un punto di contraddizione, che lui cerca di fare esplodere. Ma la sola partecipazione di Pannella alla corsa per la segreteria, può determinare un raffreddamento in molti elettori che vengono dal mondo cattolico in vista delle primarie, può insinuare il sospetto di una certa ambiguità sulla natura del nuovo partito. I radicali hanno una linea politica alternativa alla nostra proprio su tanti temi cari alla tradizione del cattolicesimo democratico. Non credo che sarebbe possibile una mediazione, quindi dico a Pannella: giochiamo a carte scoperte. Tu sei un grande leader, ma oggettivamente far parte dello stesso partito non è la stessa cosa che far parte della stessa coalizione. Bisogna avere un comune sentire e tra le nostre posizioni e le sue c’è inconciliabilità». Walter Veltroni: «Il fatto che da parte di Di Pietro, Pannella, Bonino, ci sia la volontà di partecipare alle primarie per il PD, vuol dire che questa nuova forza ha una grande capacità di attrazione; ma se si sta in un partito non si può stare anche in un altro». Goffredo Bettini: «Pannella candidato alle primarie, va benissimo; ma deve fare sul serio, deve aderire in modo convinto e sincero al progetto del PD, rinunciando a portare un partito strutturato, il suo, dentro un partito nuovo che ancora strutturato non è. Marco non deve fare operazioni di tatticismo esasperato, perché il PD non è il terreno di simpatiche scorribande di breve respiro».

Dunque: tutti a chiedere la “patente” di serietà: a dire che Pannella e Bonino se vogliono candidarsi e partecipare devono accettare delle “regole” (ma quali?); a chiedere che i radicali spariscono: non lo si dice, ma lo si pensa e desidera: si vorrebbe che spariscano, rompiscatole cui tanti devono tanto, ma nessuno che lo voglia riconoscere...

 

Se ne dicono e se ne leggono tante, in queste ore: sui radicali, su Pannella, sul Partito Democratico: che è qualcosa di molto simile a quell’araba fenice di cui parla, nel Demetrio Pietro Metastasio: «...che vi sia, ciascun lo dice, dove sia, nessun lo sa». Né dove, né cosa.

Sommessamente si vorrebbe suggerire la lettura di uno scintillante pamphlet di Emanuele Macaluso: Al capolinea. Controstoria del Partito Democratico (Feltrinelli, pagg. 134, 8,50 euro). Si vada, per esempio, nel capitolo: “Gli oligarchi del PD”: «...Per quel che riguarda il Partito Democratico, a condizionarne il futuro... c’è in primo luogo il clima che circonda quella che è stata chiamata una fusione fredda. Un clima che si è fatto sempre più pesante man mano che si va verso l’appuntamento della costituente: ricordiamo le diatribe sul leader, sul coordinatore, sui bilanciamenti e sul dosaggio degli incarichi, nonché l’enorme diffidenza che aleggia fra i due partiti fondatori. Ma al di là di tutto questo, c’è un punto politico che va tenuto presente per il futuro del PD: la nomenclatura dei due partiti, a tutti i livelli, vede nel PD un’operazione politica che la conserva e la ripropone per il domani. La parte che invece pretende di identificarsi con la società civile, è ed è fuori dalle mura dei partiti, pensa con la costruzione del PD, di poter abbattere quelle mura e dare una spallata agli “Oligarchi”. La competizione, per quel che capisco, finirà con la cooptazione di qualche socio della società civile nella nomenklatura...».

C’è tanto altro, nel libretto di Macaluso, di stimolante e di intelligente. Se ne compari la lettura con l’ascolto dei due interventi di Pannella e di Emma Bonino all’ultimo comitato nazionale dei Radicali Italiani. Si legga il bell’intervento che Giorgio Napolitano scrisse per Le ragioni del socialismo nel febbraio del 2006 in occasione del decennale della rivista (Napolitano ancora non era stato eletto presidente della Repubblica): «...Se si tendesse con superficialità, sulla base di approcci frettolosi e in qualche modo strumentali, ad un nuovo sbocco politico e organizzativo chiamato Partito Democratico, si rischierebbe di dissolvere più che di costruire».

Si legga il capitolo: “Perché il PD non è un partito laico”, i mille dubbi, perplessità, dissensi di Macaluso: «Il Partito Democratico appare più somma che sintesi. Un partito destinato a esplodere in un prossimo futuro non tanto sulle riforme sociali quanto sui diritti individuali… Il Partito Democratico inevitabilmente erediterà fino in fondo questa ambiguità politica, non riuscendo quindi a diventare quel partito dei diritti che pure vorrebbe incarnare».

 

È di questo e di molto altro, di cui si dovrebbe discutere, ragionare, su questi terreni dovrebbe esserci confronto e scontro. Invece per ora il pio-pio di quanti esigono attestati di fede, patenti di serietà, rinuncia a identità e valori. Loro, che alle dichiarazioni ufficiali (e non smentite) del senatore diessino Ugo Sposetti (nessun trasferimento o alienazione di beni nel PD, piuttosto tutto viene trasferito in apposite fondazioni) al Corriere della Sera.

La candidatura di Pannella e Bonino alle primarie, è una risorsa per il centro-sinistra; è il centro-sinistra che ne viene arricchito, impreziosito. Ma, come s’è detto, occorrerebbero intelligenza e fantasia politica; occorrerebbero un coraggio e una fiducia nella democrazia che evidentemente non ci sono; le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

 

Gualtiero Vecellio

(da Notizie radicali, 31 luglio 2007)


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