Diario di bordo
Pensioni, tasse, welfare. Il Governo deve far pace con se stesso
07 Luglio 2007
 

Il Governo deve far pace con se stesso. Sembra che l'emisfero destro e quello sinistro del cervello governativo non siano connessi, né lo è la parte frontale con quella occipitale.

Occorre o no abolire il cosiddetto scalone? Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, dice di sì, il vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, dice no; il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco (foto), dichiara che alla rimodulazione dell'Ici ci devono pensare i Comuni mentre ci sono atti governativi che impegnano il Governo ad intervenire (contestualmente alla revisione degli estimi catastali, il che annullerebbe qualsiasi beneficio fiscale); sempre Visco dichiara: «ridistribuiamo qualcosa agli italiani perché lo abbiamo accumulato soprattutto nella lotta all'evasione fiscale», ma di redistribuzione non s'è visto nulla (vedasi il cuneo fiscale per i lavoratori) e la Corte dei Conti dice che le maggiori entrate sono dovute all'innalzamento della pressione fiscale.

Nelle casse dell'erario sono arrivati qualcosa come 10 miliardi di euro nel 2006, che nessuno aveva previsto, il che lascia perplessi sulle reali capacità ministeriali di gestire l'economia nazionale.

Per gli ammortizzatori fiscali questo governo ha stanziato meno del precedente (721 a fronte di 750 milioni), eppure è un governo «fortemente sociale».

Il presidente Prodi dice che questo è un governo serio. Forse confonde serio con grave.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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