Diario di bordo
Pieve Santo Stefano, la Cittą del Diario  
In un archivio nazionale rivive la memoria di centinaia di esistenze
04 Novembre 2005
   

Lo sapevate? Esiste in Italia una Città del diario.

Quello strumento cartaceo, per molti e di diverse generazioni, in grado di assurgere al ruolo di confidente privilegiato, cui affidare i pensieri più intimi. E che in taluni, famosi casi è divenuto testimonianza storica da custodire e tramandare.

È la città di Pieve Santo Stefano, al confine tra Toscana, Umbria e Romagna, a vantare questa definizione, accanto alla toponomastica ufficiale.

La cittadina ospita, infatti, un Archivio pubblico presso cui sono depositati gli scritti autobiografici, i diari, gli epistolari, le lettere di migliaia di persone, brani di scrittura popolare che rappresentano un tesoro prezioso per la storia del Paese in cui viviamo. Pieve fu quasi interamente distrutta durante la guerra; pochi furono gli edifici rimasti e fra di essi il Municipio, una costruzione a forma di L: un libro aperto su un leggio, per chi crede nelle strane coincidenze...

Dal 1984 viene proposto un Concorso letterario, il “Premio Pieve” appunto, al fine di cominciare la raccolta di materiale diaristico inedito. In poche settimane arrivano più di cento testi e raccolte di lettere. Da allora l'Archivio si ingrandisce e attrae l'attenzione di studiosi anche fuori d'Italia.

Le giurie di volta in volta chiamate a valutare i testi sono composte da due gruppi di lettori, uno costituito da gente del posto (insegnanti, studenti, impiegati, commercianti ecc.) e l'altro da gente del mestiere, scrittori e giornalisti del calibro di Rosetta Loy, Dacia Maraini, Miriam Mafai, Vivian Lamarque, Saverio Tutino (attualmente direttore culturale dell'Archivio diaristico) ed altri ancora.

Le opere vengono premiate con denaro e con la pubblicazione; vi sono anche opere segnalate e a poco a poco si gettano le basi per un'attenta catalogazione, visto che il materiale che perviene all'archivio è sempre più numeroso e interessante, anche al di là degli esiti del Premio.

È così che si giunge all'agosto 2005 con più di 4.800 testi a disposizione del pubblico: «Si tratta di vicende personali appartenenti forse ad un tipo di letteratura non colta, ma comunque dotata di una vivezza culturale adeguata all'epoca in cui viviamo», afferma Tutino.

Dall'epistolario di una nobile dell'Ottocento e del suo amato al memoriale di un architetto romano vittima di un attentato terroristico negli anni di piombo, dallo scrittore naïf che racconta la sua vita in miniera e i suoi amori, all'angosciosa corrispondenza con la madre di una ragazza in comunità, con problemi di droga. E poi ancora ricordi di emigrati, di soldati in guerra, storie di donne in terra di mafia, di contadine, di partigiani...

Negli anni diverse case editrici, fra cui Baldini & Castoldi, Giunti, Einaudi ed ora Terre di mezzo, hanno pubblicato testi premiati o comunque di riconosciuto interesse e l'Archivio ha collaborato con Nanni Moretti per alcune delle storie de I diari della Sacher e ha fornito materiale per numerose tesi di laurea.

«Un giorno una diarista ottantenne si è rivolta all'Archivio di Pieve – continua Tutino con queste parole: “Avrei voluto che almeno una persona li leggesse per non pensare che io, dato che non ho avuto né marito né figli, sarei passata in questa vita senza che nessuno avesse notato la mia presenza, senza lasciare neanche una piccola impronta”. È vero, il bisogno primario appare proprio essere quello di far sì che tutti questi testi anonimi, sfuggiti alle ricerche di qualche istituto locale e alle perdite e distruzioni materiali del privato, non finiscano anch'essi, in un modo o nell'altro, con lo scomparire alla vista e alle cure degli stessi autori o dei loro discendenti. Abbiamo creato, a mio parere, una sorta di nuovo potere democratico. La memoria di ogni individuo può restare muta, se di essa non esiste una traccia scritta. Ma quando questa esiste deve essere conservata e protetta».

Ed è quello che fa l'Archivio di Pieve Santo Stefano, decretato dal 1999 archivio di notevole interesse storico in quanto, come recita la motivazione, costituisce la più importante raccolta sul territorio nazionale di documenti di tipo memorialistico.

Annagloria Del Piano


Tutte le informazioni sull'attività dell'Archivio, compreso il catalogo completo delle pubblicazioni, le schede degli archivi europei ad esso collegati, le notizie sul concorso e sulla rivista Primapersona – edita semestralmente e in vendita presso le Librerie Feltrinelli – sono reperibili all'indirizzo internet www.archiviodiari.it.

Chi desideri inviare un diario, una memoria, una raccolta di lettere a Pieve, può chiedere informazioni alla segreteria del Premio: Tel. 0575.797730, Fax 0575.799810 o scrivere alla
Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Onlus
Piazza Plinio Pellegrini, 1
52036 Pieve Santo Stefano (AR)

adn@archiviodiari.it

 

 

 

 


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