Diario di bordo
Il pollaio dell’arte giovane: mascotte culturale nella Langa di Fenoglio
28 Giugno 2007
 

Si chiama Tiziana Servetti, è nata a Lanzo Torinese, in provincia di Torino il 24-05-1978 e risiede ad Alba in Via Franco Centro, 11, con indirizzo di posta elettronica tiziana.servetti@fastwebnet.it. Tocca a lei, per tutto il mese di luglio, debuttare a San Donato di Mango, nell’inusuale galleria “Il pollaio dell’arte giovane” patrocinata dall’Associazione Culturale Arvangia nelle dipendenze della propria sede museo conosciuta come “Casa delle Memorie”.

Tra le tante metamorfosi che caratterizzano quelle che Fenoglio amava indicare come le Langhe della malora (cascinali in pietra ristrutturati, stalle trasformate in salotti, fienili diventati camere da letto con vista sui vigneti, porticati riconvertiti in sale degustazione) il locale che fino al 1994 serviva alla perpetua del parroco da pollaio e ricovero attrezzi, attiguo all’ex casa canonica, ora Casa delle Memorie, dal piemontese Gioch, termine che indica un’abitazione misera e angusta, priva di ogni comodità, adatta solo a proteggere le galline, di notte, dalle volpi e dalla faìne, non è certo la meno sorprendente. L’antico pollaio della perpetua di San Donato, ristrutturato dall’Associazione Culturale Arvangia, è diventato negli anni una sorta di atelier senza fronzoli per i corsi di pittura coordinati dalla pittrice Gabriella Piccato e frequentati nelle ultime settimane di agosto da studenti della scuola dell’obbligo aspiranti artisti.

Da mercoledì 25 aprile, però, tenuto a battesimo da Raoul Molinari, dal sindaco di Mango Silvio Stupino, dalla professoressa di storia dell’arte Piera Arata, dalla giornalista Grazia Novellini e dal Presidente dell’ANPI Langhe e Roero Giovanni Negro, è diventato “il pollaio dell’arte giovane”, galleria d’arte ante litteram per il “travaglio” artistico di giovani desiderosi di farsi conoscere e di mettersi in gioco. A pochi mesi dall’apertura corre già voce che “porti bene” ed è subito diventato una mascotte degli eventi culturali della rivincita. Del resto le ricerche svolte da Lauretta El-Mouelhy Mossino dell’Università McGill di Montreal e da Danilo Manera, docente dell’Università di Milano e scrittore di vaglia dimostrano che la parola mascotte, ritenuta francese come origine, ma comunemente usata in quasi tutte le lingue moderne con il significato generico di portafortuna, trova la sua origine nel provenzale antico mascoto e nel moderno masco e indica niente meno che una masca benefattrice.

Tiziana Servetti è la terza giovane artista che lo sceglie come trampolino di lancio. Forte di un corso di approfondimento in Pulitura, metodologia e materiali, presso il Centro di formazione Sermig di Torino, con il prof. Paolo Cremonesi; di una specializzazione in Tecnico dei Beni Culturali presso il centro di formazione Apro di Alba; di un diploma di Specialista in Arte preistorica e tribale presso il “Centro Camuno di Studi Preistorici” del prof. Emmanuel Anati; di una Laurea in Restauro Pittorico e Pittura presso l’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como, al corso del prof. Guido Botticelli, con la votazione di 110 e lode; di un corso seminariale di sicurezza e salute nel campo del restauro e della conservazione presso l’Accademia di Belle Arti di Como e di un diploma di maturità artistica di prima sezione presso il Liceo Artistico Statale “Ego Bianchi” di Alba, non ha esitazioni a farsi conoscere da turisti e appassionati d’arte di “naso buono” che, complice l’afa estiva, scaleranno le Langhe basse per ritemprarsi con il venticello ‘d marin che proverbialmente collega idealmente pianori e belvederi che fanno da cornice alla storica statale 29 ai paesi della riviera.

Del resto è ormai assodato che il “pollaio dell’arte giovane”, per misteriose congiunture astrali tipiche di un paese dove a inizio Novecento erano in attività sette masche, porta davvero bene.

Ne è convinto Davide Profilo, giovane artista torinese, classe 1986, debuttante allo sbaraglio con una produzione artistica provocatoria che ha suscitato intorno a lui non poco interesse; una pittura “rapace” che non scivola ma “frusta” chi la guarda e la fa propria a seconda dello stato d’animo con cui l’osserva.

Dopo di lui, raccontata anche dalle telecamere di Rai Uno International e di Telecupole Piemonte, ha lanciato la sua sfida la giovane e promettente Danny Cassano, ex alunna del Liceo Artistico “Pinot Gallizio” di Alba.

Per Tiziana Servetti il disinvolto modo di venire al mondo del “pollaio dell’arte giovane” non può che essere viatico di buona sorte. La visita alla sua mostra sarà possibile per tutto il mese di luglio e viene curata da Serena, maturanda dello stesso Liceo “Gallizio”, reperibile all’indirizzo di posta elettronica nerena88@libero.it, e da Matias Grosso, giovane studente argentino vincitore della borsa di studio “Nidi di Rondine”, edizione 2007. I due curatori sono convinti che anche questa terza esposizione susciterà interesse come le precedenti e porterà alla scoperta di un artista che non può lasciare indifferenti e che certamente sta evolvendo il suo carattere forte e fragile, giorno dopo giorno, esprimendolo attraverso opere che lasciano una traccia in chi le osserva, stimolando la riflessione e l’interpretazione. Per visite su appuntamento ci si può rivolgere direttamente all’artista ospite, ai seguenti recapiti telefonici 0173-285492 / 329 0249426.

 
Associazione Culturale Arvangia

 

 

NOTA SULL'ARTISTA

Tiziana Servetti, classe 1978, ha iniziato gli studi artistici presso il liceo artistico di Alba e successivamente si è laureata in Pittura e Restauro all’Accademia di Belle Arti di Como.

«I suoi quadri hanno come tema principale lo studio interiore dell'individuo nelle sue molteplici realtà di amore, di contrasto e di tensione verso la felicità. Ed è appunto quando prevale una di queste sensazioni che anche il tratto e il colore assumono momenti di pace e linearità o di vorticoso turbinio o di rilassata dolcezza, propria della leggerezza dell'essere.

La pittrice è consapevole che la vita è un susseguirsi di emozioni contrastanti e una continua alternanza di positività e negatività e i suoi lavori sono una costante ricerca per carpire e mettere in evidenza proprio questi "paesaggi dell'animo umano”. Allo stesso tempo, però, in essi c'è anche uno strenuo sforzo a superare tale contrasto e la speranza di giungere a quell'equilibrio perfetto a cui tutto l'universo tende.

I lavori di Tiziana Servetti ci coinvolgono in un'alternanza di realtà e fantasia, di osservazione e sogno che al momento accentuano ancora di più la ricerca e la travolgente “corsa” dell'autrice verso la creazione di un autoritratto ideale». (Imo Furfori)


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