Diario di bordo
Il diritto di provare ad avere un figlio 
A Milano, una serata dedicata agli effetti della legge 40 organizzata dalla Cellula Coscioni e da Sos Infertilitą
14 Giugno 2007
 

«Avere un figlio non è un diritto. È un diritto provarci. E per farlo al meglio è necessario che le persone infertili trovino il coraggio di uscire allo scoperto. Questa serata non finisce qui, è l’inizio di una nuova collaborazione». Così ieri sera Rossella Bartolucci, presidente di Sos Infertilità Onlus e membro della Cellula Coscioni di Milano, ha concluso il dibattito “A due anni dal referendum: divieti e ostacoli dopo la legge 40, organizzato” dalle due associazioni.

Guido Ragni, direttore del centro per la fecondazione assistita dell’ospedale “Regina Elena”, ha avviato la discussione, inquadrando criticità ed effetti della legge 40/2004 che regolamenta la procreazione assistita e pone severi limiti alla ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali: «La donazione dei gameti, prima regolamentata da una severa e scrupolosa normativa, è ora vietata completamente. Questo ha causato fenomeni di “turismo procreativo” fuori controllo: coppie infertili che vanno a fare fecondazione assistita all’estero, magari nei Paesi dell’Est dove meno scrupolosi sono gli screening sui donatori, e poi tornano a casa a mettere al mondo il loro figlio. l’Italia quindi oggi, di fatto, delega ad altri Paesi la salute dei propri cittadini. Nel caso di problemi infettivi o genetici nel bambino è impossibile risalire al donatore».

Ma è il limite di fecondazione a tre ovociti ad aver causato i danni maggiori alle coppie infertili. Secondo i dati presentati da Ragni la percentuale di successo della fecondazione assistita è passata dal 32,6% del periodo pre-legge al 22,6% nel post-legge (fonte SIERR). «Si tratta di un dato statisticamente significativo, che si unisce all’incremento delle possibilità di pericolose gravidanze trigemellari causato dal trasferimento obbligatorio degli embrioni. Qualche giorno fa abbiamo presentato al Direttore e al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità un documento, sottoscritto da 350 specialisti, che chiede alla Commissione che valuterà le nuove linee guida sulla legge 40 di aumentare il numero di ovociti utilizzabili in tre casi particolari: in caso di età avanzata della donna, di precedenti fallimenti e di grave infertilità maschile. Il documento però è stato cestinato, perché ancora non è nemmeno sicuro che verranno elaborate nuove linee guida per la legge».

È poi intervenuto Juerg Stamm, direttore del Centro Cantonale di Fertilità presso l’Ospedale Regionale di Locarno “La Carità”. Ha spiegato come la Svizzera permetta non solo la possibilità di congelare gli zigoti, ma anche di utilizzare tutti gli ovuli: aumentando notevolmente le possibilità di successo. «I motivi che spingono le coppie italiane a venire in Svizzera, spendendo cifre altissime e vivendo una situazione di disagio lontano da casa», ha affermato Stamm, «sono principalmente la fecondazione eterologa e il fallimento di tentativi precedenti. A cui si aggiunge la necessità e la volontà di una diagnosi preimpianto. Credo che la vostra situazione sia particolarmente triste».

Uno dei pochi frutti nati dalla triste legge 40 è l’Osservatorio Donna della Provincia di Milano. I risultati del primo anno di attività del servizio sono stati riportati da Arianna Censi, consigliera delegata alle politiche di genere della Provincia di Milano: «Il nostro numero verde (800 097999) in un anno ha ricevuto 5.000 telefonate, di cui 300 relative all’infertilità. Un numero rilevante, considerando che questa consulenza è attiva 4 ore alla settimana: un numero che ci fa pensare di aver colto nel segno, inaugurando questo servizio unico in Italia. Il fenomeno dei problemi di concepimento investe il 20% della popolazione italiana: una percentuale che non si può ignorare».

«È proprio per l’esistenza di questa percentuale che bisogna concentrare le energie sulla revisione della legge 40 partendo dalle criticità più gravi, che sono quelle relative alla procreazione medicalmente assistita, e lasciando per ora da parte quelle relative al divieto di utilizzo di cellule staminali embrionali nella ricerca scientifica» ha sostenuto Giulio Cossu, direttore dell’Istituto di Ricerca sulle cellule Staminali del San Raffaele e Presidente della Cellula Coscioni di Milano. «Attendiamo solo un anno» ha puntualizzato «e vediamo come procede la ricerca nel resto del mondo. Così avremo basi più solide sulle quali fondare le nostre richieste di revisione della legge anche per quanto concerne le staminali».

Si è aperto poi un vivo dibattito tra medici e pazienti, pubblico e relatori, sul rischio che la donazione di ovociti, tecnica di pma necessaria nei casi di gravissima infertilità femminile adesso vietata in Italia, possa trasformarsi in alcuni paesi in un vero commercio: un’altra aberrazione frutto di questa legge.

Ha chiuso la serata Maria Antonietta Farina Coscioni, reduce dal Consiglio generale dell’Associazione: «Il 4 giugno si è riunita per la prima volta la Commissione che dovrà rivedere le linee guida della legge: ma in questa Commissione non c’è nessuno degli esperti e dei luminari che si impegnarono due anni fa nella campagna referendaria. Questo, unito al fatto che nessuna associazione delle coppie infertili è stata invitata al convegno sulla famiglia di Firenze, dimostra quanto il desiderio di maternità venga ostacolato proprio da coloro che difendono strenuamente la famiglia da contraccezione e aborto. Ancora una volta i principi etici di una parte sono diventati imposizioni cui tutti debbono sottostare. Proprio per questo l’Associazione Coscioni ha concluso il Consiglio generale con una mozione che impegna a lottare per la calendarizzazione della riforma della legge 40. Insieme ad altre iniziative: per esempio, quella di richiedere a chi ha i suoi embrioni congelati di donarli all’Associazione Coscioni, che li porterà all’estero, là dove la ricerca sulle staminali embrionali non è vietata. Un piccolo atto di disobbedienza civile, necessario per ripartire nella lotta contro divieti ingiusti e per difendere la laicità».

 

Hanno aderito all’iniziativa:

Barbara Pollastrini, Ministra per le Pari Opportunità

Pia Elda Locatelli, Europarlamentare

Associazione Amica Cicogna Onlus

Associazione Mammeonline

Sito www.aspirantimadri.it

 

Per informazioni:

cellulacoscionimilano@gmail.com

 

www.lucacoscioni.it - Valerio Federico 335 8256736

www.sosinfertilita.net - Rossella Bartolucci 333 1193705


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