Diario di bordo
Rai in rosso. Tutto a posto, lunga vita agli amministratori! E io pago...
25 Maggio 2007
 

Il direttore generale della Rai ha fatto sapere che il gruppo della stessa Rai si appresta a chiudere i conti 2006 con un buco di 80 milioni di euro. L'occasione è una serie di interviste ad alcuni quotidiani in cui, come se nulla fosse, Claudio Cappon (foto), disquisisce del futuro dell'azienda e sulla necessità di «cambiare le regole della governance».

In piena bufera mediatica sui costi della politica a livello istituzionale/pubblico, quasi ovunque dimenticando che esiste anche un finanziamento pubblico ai partiti (privati) nonostante gli italiani lo abbiano più volte bocciato con referendum, gli 80 milioni della Rai vengono trattati come briciole. Eppure si tratta sempre di soldi pubblici e, visto che il gruppo Rai è in rosso, frutto di una mala-gestione. Ancora più “mala” rispetto ad una qualunque altra azienda perché non è sul mercato come chiunque altro, cioè chi campa solo di pubblicità: in abuso di posizione dominante, ha l'introito garantito del canone/tassa. Una qualunque altra azienda a cui fosse garantito un introito fisso come quello del canone/tassa, probabilmente farebbe scintille, ma non è così per la Rai.

Inoltre è bene ricordare che lo scorso 15 dicembre, quando il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, decise di aumentare il canone/tassa del 4,5% portandolo a 104 euro, lo fece per avere 70 milioni in più, sì da avere per il 2007 una perdita di soli 80 milioni.... la stessa del 2006. Quindi, se non ci fosse stato questo aumento del canone/tassa, la perdita del 2007 avrebbe potuto essere di 150 milioni (80 previsti + 70 dall'aumento del canone/tassa). Non solo. La Rai è mobilitata per far pagare il canone/tassa non solo a chi possiede un apparecchio tv, ma anche a chi ha un computer che non va in Internet o un videocitofono,(1) per cui si presuppone che su questo fronte fiscale dovrebbe avere maggiori ricavi che consentirebbero agli 80 milioni di buco previsti per il 2007 di non lievitare ulteriormente.

Ma è un'azienda questa? O piuttosto un colabrodo gestito dai figlioli con le mani bucate di babbo/Stato? Noi contribuenti siamo costretti a pagarla sempre più per il solo fatto di esistere e chi la continua a mantenere in queste condizioni rimane al suo posto... Noi siamo per l'abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo, a partire dalla privatizzazione e dall'abolizione del canone tassa, ma questo essere “estremisti” non ci fa da alibi per fare “spallucce” con un laconico “l'avevamo detto” e non levare un grido di dolore a fronte di tanto sperpero e in questo modo offensivo per la dignità del Fisco e dello Stato. Aspettiamo che qualcuno, in un sussulto di dignità istituzionale, lo raccolga.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

(1) Da una nostra indagine è risultato che il canone/tassa deve essere pagato dai possessori dei seguenti apparecchi: registratore dvd, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a sé stante (senza computer annesso), videocitofono, modem, decoder, videocamera, alcuni tipi di macchina fotografica digitale. Qui l'indagine completa su cui è stata presentata un'interrogazione parlamentare per la quale stiamo aspettando risposta.


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