Diario di bordo
Lazio: Corecom tartaruga. L'Aduc scrive a Marrazzo, Pineschi e Michelangeli
17 Maggio 2007
 

Chi ha un problema con un gestore telefonico deve obbligatoriamente tentare una conciliazione davanti al Corecom (Comitato Regionale per i Servizi Radiotelevisivi). La legge 31 luglio 1997, n. 249 prevede che non si possa fare causa alla compagnia telefonica, se prima non si prova una conciliazione. Il tentativo deve aver luogo entro 30 giorni dalla richiesta. Ma non è così!

Abbiamo contattato il Corecom Lazio e a stento si riesce ad ottenere una data poco prima dell'estate. È l'ennesima conferma che in Italia si fanno leggi per non essere rispettate. Si impone un obbligo ma poi non si rispettano i tempi. Anche la lontananza della sede Corecom (nel capoluogo di regione) è un ostacolo, soprattutto se la contestazione riguarda poche decine di euro. Questa indagine, infine, serve a confermare che l'istituzione dei Corecom, allo stato dei fatti, è un ostacolo alla giustizia piuttosto che uno snellimento. Se, per esempio, ci si potesse rivolgere direttamente al giudice di pace, che è ovunque, l'accesso alla giustizia sarebbe più semplice e realmente sarebbe favorito l'utente. Per evitare di perdere un semestre, gli utenti possono presentare l'istanza di conciliazione e, trascorsi 30 giorni, se l'udienza non si fosse ancora tenuta, rivolgersi direttamente al giudice di pace.

Abbiamo scritto una lettera al Presidente della Giunta, Piero Marrazzo (foto), al presidente del Consiglio regionale, Massimo Pineschi, e all'assessore alla Tutela dei Consumatori, Mario Michelangeli, sollecitando un intervento affinché siano tutelati i diritti i cittadini.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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