Diario di bordo
Moratoria pena di morte. Lo sciopero della fame a oltranza prosegue 
Dopo un “breve respiro” grazie alla buona notizia di ieri…
16 Maggio 2007
 

«Confermiamo che lo sciopero della fame a oltranza continua per arrivare a superare questa fase e per evitare che, dopo il successo di ieri, si caschi sul finale». Lo ha annunciato Marco Pannella, commentando, in una conferenza stampa, la decisione ieri a Bruxelles del consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea, che ha conferito a l'Italia e alla presidenza tedesca un mandato unanime per presentare all'assemblea generale dell'Onu una risoluzione per la moratoria della pena di morte.

«Tuttavia», ha proseguito il leader radicale, «per marcare l'importanza di quanto accaduto ieri, abbiamo deciso anche di riassumere alimenti per le prossime trentasei ore».

 

Il successo di ieri è stato possibile, ha aggiunto Pannella, grazie a «un impegno, una collaborazione e un dialogo costanti con il Governo e in particolare con la Farnesina».

Ma, ha sottolineato Pannella, «dobbiamo prendere atto che il più difficile è adesso; cominciano le settimane più pericolose» nelle quali si potrebbe correre il rischio di non arrivare al voto. Per questo, ha spiegato il leader radicale, «anche se può sembrare strano» abbiamo deciso di proseguire con la nostra iniziativa di sciopero della fame a oltranza.

 

Secondo Sergio D'Elia, presidente di Nessuno tocchi Caino, «quella sulla moratoria è una battaglia vinta che si può perdere se si impedisce di arrivare al voto in assemblea generale».

Occorre stare attenti, ha avvertito D'Elia, «a giochi procedurali al rinvio. Si tratta ora di recuperare i ritardi accumulati in anni e mesi procedendo in parallelo con la stesura del testo della risoluzione, l'identificazione dei co-sponsor, le trattative con la presidente dell'assemblea generale dell'Onu. In questo modo si potrà arrivare al prossimo consiglio dei Ministri degli Esteri con tutto il lavoro già fatto e in quella sede si dovrà decidere solo il giorno in cui presentare la risoluzione».

 

Fonte: www.radicali.it


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