Diario di bordo
Della Vedova – Pannella sul 12 maggio
08 Maggio 2007
 

Della Vedova: «Il 12 maggio non saremo con te in Piazza Navona (né, tanto meno, al Family Day)»

 

In risposta all’invito a partecipare alla Giornata del Coraggio Laico, Benedetto Della Vedova – Presidente dei Riformatori liberali e deputato di Forza Italia – ha inviato la seguente lettera aperta a Marco Pannella, in cui spiega perché il 12 maggio i Riformatori Liberali non saranno a piazza Navona (né parteciperanno al Family Day).

 

Caro Marco,

sabato prossimo sarà il 33° anniversario del referendum sul divorzio, un evento che ha unito – finalmente – il paese legale al paese reale e il diritto positivo al sentimento comune, aprendo la strada alla riforma del diritto di famiglia e all’istituzione di una piena parità giuridica tra uomini e donne all'interno della famiglia. Quelle date – lontane 30 anni, e dunque vicinissime – sono tappe di un processo di modernizzazione civile, non di degrado culturale o di dissoluzione dell’istituto familiare. Da liberale e radicale, a maggior ragione di questi tempi, sento quella storia, che è prima di tutto la tua, anche come “mia”.

Eppure, non saremo con te a piazza Navona, alla Giornata del Coraggio Laico (così come non saremo con Forza Italia al Family Day in piazza San Giovanni). E non già perché si tratta di una manifestazione voluta e promossa “da sinistra”.

Il fatto è che la guerra anti-laica della Chiesa militante e quella anti-vaticana dei laici militanti sono per me due facce della stessa medaglia. Il rischio è che degradino il dibattito pubblico, che proseguano una più o meno strisciante guerra di civiltà “dentro l’occidente” come surrogato simbolico della guerra, ben più decisiva, che l’occidente liberale e i liberali di ogni parte e religione del mondo combattono contro i nemici delle libertà individuali. Il tono fa la musica: a piazza San Giovanni a fare la musica sarà il tono sottilmente perbenistico, falsamente “razionale” e robustamente omofobico di chi pensa che la famiglia non si difenda, prioritariamente, introducendo il quoziente familiare o aggiornando la struttura della spesa sociale, ma semplicemente impedendo a quanti non entrano nello schema della famiglia “naturale” o “costituzionale” (soprattutto se gay) di avere qualche diritto. A piazza Navona il tono sarà quello anticlericale di uno slogan – No Vatican, no Taliban- che mi è sempre stato estraneo e suonato falso. Oggi poi, a distinguere il Taliban e il Vatican, ci sono troppe teste mozzate per consentire un accostamento qualunque, fosse pure metaforico. Questa cura della distinzione è la stessa, per altro, che mi ha fatto trovare falsa e fuorviante l’accusa di “terrorismo” mossa dall’Osservatore Romano alle parole pronunciate il 1° maggio da Andrea Rivera.

In questo scontro all’arma bianca, il “non prendervi parte” può sembrare una comoda diserzione. Ma può anche esprimere, molto umilmente, una faticosa e assai liberale differenza.

Un abbraccio,

Benedetto Della Vedova

 

 

La risposta di Pannella: «Anche da “liberali” occorre scegliere – ad esempio, tra Antonio Baulini e Leone Cattani o don Abbondio»

 

Caro Benedetto,

tu affermi: «…la guerra anti-laica della Chiesa militante e quella anti-vaticana dei laici militanti sono per me due facce della stessa medaglia». Se non sperassi che si tratti di un vostro momentaneo smarrimento nei corridoi e nelle cantine e nei sottosuoli della “Casa delle libertà”, potrei dire che hai pronunciato uno dei purtroppo tanti epitaffi dei quali è costellata anche la storia “liberale”, con i suoi frequenti smarrimenti e i molto spesso tardivi pentimenti di fronte all’affermarsi dei regimi totalitari fascisti, comunisti, militaristi, fondamentalisti ed intolleranti tragicamente affermatisi nella storia umana, non solamente quella più recente e contemporanea.

Anche da “liberali” c’è oggi da scegliere tra il liberale Antonio Baslini da una parte e dell’altra e il “radicale” Leone Cattani, che – lui – finì col raggiungere la battaglia sanfedista dei promotori clericali del referendum contro il divorzio; o quella – perfino del Partito Liberale ufficiale – che “tollerò” per un paio d’anni di promuovere e sostenere le iniziative parlamentari animate dal PCI del pur prestigioso Presidente Aldo Bozzi nel tentativo di “superare” la Legge Fortuna-Baslini, per impedire la tenuta del referendum, quando fu chiaro che contro il comportamento pressoché unanime della partitocrazia il popolo italiano si apprestava a travolgere e seppellire la richiesta sanfedista di restaurare in Italia l’indissolubilità del matrimonio perinde ac cadaver.

Comunque tengo a darti atto che ancora una volta, te ed io, voi e noi restiamo pienamente appartenenti al Partito Radicale, dove non esistono ortodossie ed eresie, ma solamente diversità o anche contrapposizioni politiche tanto gravi quanto pur sempre pienamente legittime. In linea di principio può darsi benissimo che voi abbiate ragione e noi torto.

In linea di principio che noi – soli – rispettiamo dando corpo, parola e forza storica, al principio laico del dubbio.

Ricordatelo anche voi, te ne prego.

A Piazza Navona, il 12 maggio, saranno comunque presenti anche gli ideali della Destra storica e assente quella berlusconiana, ufficialmente e naturalmente immersa nel milione di laici non laicisti, trasportati altrove; a Piazza San Giovanni.

Marco Pannella

 

(da Notizie radicali, 7 maggio 2007)


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