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Vincenza Fanizza: Sul libro "Senza parole" di Ermanno Detti.
05 Maggio 2007
 

«L’illustratore svolge una professione che ha una sua specificità. Egli non è un pittore, né un disegnatore di fumetti. Quella dell’illustratore è arte applicata, quindi è arte che svolge una funzione».

Così Ermanno Detti nel libro Senza Parole. Dieci lezioni di storia dell’illustrazione, curato da Virginia Villari.

Un viaggio affascinante nel mondo dell’immagine e nella sua grande forza comunicativa.

Dieci lezioni, realmente tenute all’Istituto Europeo di Design, sulla storia dell’illustrazione italiana dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai nostri giorni, raccontate con uno stile coinvolgente da un giornalista e scrittore.

Ermanno Detti ci conduce attraverso alcune cruciali tappe storiche e molti significativi illustratori e le sorprese non mancano: l’illustrazione partecipa pienamente alla cultura alta, a quella popolare e alle nuove forme di comunicazione visiva; rappresenta il gusto dell’epoca e ne anticipa le tendenze.

«Per definire meglio il mestiere dell’illustratore», spiega Ermanno Detti, «ci può aiutare l’etimologia. La parola illustrare deriva dal latino illustris. Questa parola possiede una molteplicità di significati, quindi l’etimologia stessa si presenta ricca di interpretazioni. Il primo deriva da ‘mettere i lustri’, ovvero ornare, indorare, decorare, rendere bello. Il secondo significato etimologico allude invece a ‘illuminare’, a ‘mettere in luce’ ovvero a ‘rendere chiaro’ un testo. Questo secondo significato è quello che preferiamo, perché è più vicino a noi, alla nostra sensibilità e all’uso pratico che oggi facciamo dell’immagine».

L’illustrazione, dunque, nel nostro tempo, ha un ruolo importante, assume cioè significati di comunicazione. Anche oggi, infatti, l’illustratore si pone questo problema quando illustra una fiaba o un racconto. Cosa di questa storia, devo mettere in luce per renderla più chiara al lettore? O come posso adoperarmi per renderla più coinvolgente? Quale chiave devo usare: riempire gli spazi vuoti del testo o evidenziare invece le azioni centrali del testo? Posso discostarmi dal testo o devo tenermi rigidamente aderente ad esso?

A tutte queste domande dà una risposta Senza Parole nell’interessante percorso storico e attraverso l’incontro con gli illustratori più significativi: dallo sviluppo della fotografia al liberty, dal futurismo all’immagine pubblicitaria, dai grandi illustratori del Corriere dei Piccoli alla ricerca del nuovo e alla Pop Art.

La decima lezione si sofferma sulle tendenze attuali. «Oggi non esiste più una scuola o una tendenza» precisa Ermanno Detti, «ma esistono tante tendenze individuali. Fortunatamente ogni individualità si presenta ricca di originalità e molto innovativa».

Senza Parole è, dunque, non solo uno studio sulla storia dell’illustrazione ma anche e soprattutto uno strumento utile agli insegnanti, ai genitori, ai giovani e a tutti coloro che vogliono conoscere le tappe dello sviluppo dell’illustrazione e il suo valore.

Ermanno Detti si occupa da anni di illustrazione, di fumetti e, più in generale, del rapporto immagine/testo. Fra i suoi numerosi saggi, tutti editi dalla Nuova Italia: Le carte povere. Storia dell’illustrazione minore; Le carte rosa. Storia dell’illustrazione popolare e del fotoromanzo; Il piacere di leggere; La lettura e i suoi “nemici”.

Tra i suoi romanzi: E quando cupa mezzanotte scocca e Leda e il Mago, entrambi editi da Fatatrac; Estrella e Tutta colpa del naso, editi dalle Nuove Edizioni Romane, La mano Nera, pubblicato da Editori Riuniti, Il Frustello e altri racconti (Valore Scuola ed.).

Vincenza Fanizza

 

Ermanno Detti, Senza Parole. Dieci lezioni di storia dell’illustrazione, curato da Virginia Villari, Valore Scuola ed. (“Biblioteca dell’insegnante”), pagg. 234, € 12,50


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