Pianeta jazz e satelliti
Louis Moholo Viva La Black - Live at Ruvo (Ogun) 2007
21 Aprile 2007
 

Keith Tippett, piano, conduction; Julie Tippetts, voice; Louis Moholo-Moholo, drums; Canto Generàl [Gianna Montecalvo, Cinzia Eramo, Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Loredana Perrini, Maristella Schiavone, voices; Vittorino Curci, alto saxophone; Roberto Ottaviano, soprano and alto saxophone; Fabrizio Scarafile, tenor saxophone; Felice Mezzina, tenor saxophone; Nicola Mitoli, trumpets, flugelhorns; Beppe Caruso, Lauro Rossi, Franco Angiolo, Michele Marzella, trombones; Giogio Vendola, Francesco Angiuli, acoustic and electric basses; Livio Minafra, piano, keyboards; Vincenzo Mazzone, drums].

 

  1. Mra (04.24)

  2. Thoughts to Geoff (08.32)

  3. Dedicated to Mingus (05.01)

  4. Mongezi Feza (01.34)

  5. Four whispers for Archie's chair (02.07)

  6. Traumatic experience (04.39)

  7. Cider dance (04.03)

  8. A song (04.11)

  9. Dancing damon (04.03)

  10. Septober energy (13.08)

  11. South African National Anthem (03.39)

  12. You ain't gonna know me 'cos you think you know me (05.44)

 

Recorded live at Ruvo Di Puglia on 5 September 2004.

Progetto nato a Ruvo di Puglia durante il “Talos Festival” del 2004, riunisce le composizioni dei grandi musicisti sud-africani in fuga dall'apartheid e approdati a Londra negli anni 70, alla direzione artistica di Keith Tippet con il supporto di Canto General, una grande orchestra composta da musicisti italiani di area prevalentemente pugliese. Julie Driscoll Tippett è la voce solista, perfettamente sostenuta dalle sei voci di Faraualla, un ensemble vocale di raffinata fattura. Louis Moholo è l'icona vivente, ultimo e unico musicista sud-africano ancora in vita di quel manipolo di grandi e formidabili solisti accomunati da sorti tragiche e sfortunate. I temi sono tratti dalle storiche composizioni di Dudu Pukwana, Harry Miller, Mongezi Feza, più nuovi e vecchi brani di Tippett. Esaltante la partenza, con “Mra”, il bellissimo tema di Pukwana che è un fuoco di fila di riffs, trampolino per infuocati assoli e vibranti insiemi. Il gruppo orchestrale non si muove con i tempi e gli stilemi di una big band ma con fiammate, orgiastici furibondi collettivi e assoli stupefacenti in particolare di Roberto Ottaviano e Nicola Mitoli.

La musica è un assemblaggio di temi conosciuti (perfino l'inno “South African National Anthem” già registrato dalla Liberation Orchestra di Charlie Haden), trattati senza compiacimento né nostalgia, al contrario vivificati e straniati da nuova linfa, rinnovata energia e diversi arrangiamenti. Memorabile ascoltare Julie cantare “Septober Energy”, a distanza di trent'anni e più da quel magistrale album (Centipede, anno 1971) dal quale il brano è tratto, e che dire del testo da lei stessa scritto (unite for every nation, unite for all the land, unite for liberation, unite for the freedom of man...), puro e attualissimo idealismo pacifista e anti-razzista. C'è la sensibilità leggera del jazz sud-africano nella originale miscela anni 70 e i vocals sono scorrevoli e aderenti alle proprietà strumentali del resto dei membri nel gruppo.

Un concerto bellissimo e un album che rilancia la Ogun con una proposta illuminata ed illuminante.

 

Roberto Dell'Ava

 

VALUTAZIONE: * * * * ½


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