Giudici di Pace. Non confondere il diritto con l'obbligo alla difesa
20 Marzo 2007
 

Il presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, Michelina Grillo (foto), commentando la proposta di legge da me presentata in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) e sottoscritta dagli onorevoli Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano e Maurizio Turco, per facilitare l'accesso dei cittadini al giudice di pace, ha avuto parole critiche affermando che il diritto alla difesa per i parlamentari che hanno sottoscritto questa pdl è un «concetto misterioso».

Vorrei rispondere al presidente Grillo, ricordandogli di non confondere il diritto con l'obbligo alla difesa e di leggere bene il testo presentato che mette il cittadino nella condizione di scegliere se avere un avvocato o no, senza porne l'obbligo, per tutti i ricorsi in sede civile al giudice di pace. In questo modo non si fa altro che rendere più accessibile questo strumento: è assurdo, infatti, che un consumatore già danneggiato da una truffa, debba spendere ulteriormente soldi per farsi difendere da un avvocato. Nel nostro ordinamento vige tuttora il limite di 516,46 euro per poter ricorrere senza l'obbligo dell'avvocato al giudice di pace. Un limite che poteva forse andar bene quando nel 1991 fu istituito questo giudice, ma oggi questo tetto, sedici anni dopo, è decisamente improprio e inutile a soddisfare il motivo per cui fu creata questa figura di agile ricorso alla giustizia. Se da una parte questo ha portato ad un maggiore ricorso alla già lenta e spesso inefficiente giustizia ordinaria, dall'altra ha scoraggiato migliaia di cittadini-consumatori nel difendere e affermare i propri diritti. Nei tribunali ordinari le udienze fissate e rimandate per anni e l'obbligo di ingaggiare un avvocato, ne scoraggiano l'uso; ma altrettanto accade con il giudice di pace, grazie agli attuali tetti economici e il quasi obbligo di avere il conforto di un legale. Con l'approvazione della proposta di legge da me presentata i cittadini potranno ricorrere al giudice di pace per tutte le controversie fino ad un valore massimo di 16.000,00 euro (già possibile oggi ma solo per le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e natanti).

Nessuno con questa proposta di legge vuole sminuire il ruolo degli avvocati, vogliamo solo che vengano approvate leggi a favore dei consumatori conferendo loro maggiori diritti e cercando di offrire strumenti adeguati e più efficaci per difenderli e affermarli.

 

Donatella Poretti

 

Qui il testo integrale della proposta di legge


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