La passione per... un poetico risveglio
28 Febbraio 2007
 

Sta per arrivare la primavera, cari frequentatori di Tellusfolio e di The corner.

Tempo di cambiamenti? di rinascita come avviene in natura? Di propositi vari da attuare? Chissà, forse per qualcuno sì.

Pensavo che sarebbe bello svegliarsi e leggere qui, nel nostro angolino, con una certa frequenza (magari al momento della pausa-caffè) una poesia che – come al solito partendo dai sentimenti, dalle emozioni (ma in poesia, chi non ne parla?) – ci faccia iniziare la giornata con un pensiero in più.

Che possa indurre una qualche riflessione, giusto così, per alimentare anche il cantuccio sentimentale...

Naturalmente, per l'approccio approfondito e professionale, su Tellusfolio ci sono le autorevoli rubriche di Critica della Cultura. Noi qui lanceremo semplicemente dei pensieri poetici, come già fatto con quelli letterari ispirati alla narrativa e ai testi musicali.

 

Ed ecco la proposta di oggi:

 

Sono nata il ventuno a primavera

  ma non sapevo che nascere folle,

  aprire le zolle

  potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

  vede piovere sulle erbe,

sui grossi frumenti gentili

e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.

                                   (Alda Merini)

 

Nata a Milano nel 1931, la Merini si colloca fra le più grandi voci poetiche dell'odierno panorama letterario.

La sua vita, segnata dalla malattia mentale e dai frequenti ricoveri, emerge come tessuto stesso della sua poesia, abitata alternativamente da una personale lucidità che deve fare i conti continuamente coi fantasmi del teatro della mente. Come ha detto Maria Corti: la realtà tragica vissuta in modo allucinato irrompe nell'universo della memoria e viene proiettata in una visione poetica in cui è la Merini, con la penna in mano, a vincere.

 

Frances Piper


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