Arte e dintorni
Maria Paola Forlani. Rinascimento a Ferrara 
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Ferrara, Palazzo dei Diamanti
05 Marzo 2023
 

Ferrara è stata una delle capitali del Rinascimento in Italia, grazie alla corte degli Este e al loro mecenatismo colto e raffinato. Dopo l’esposizione dedicata a Cosmè Tura e a Francesco Cossa (2007), questa mostra riprende il discorso illustrando l’opera di due artisti molto diversi, entrambi grandi innovatori, seppure ciascuno a proprio modo.

Ercole de’ Roberti esordisce nel 1469 sotto il regno di Borso d’Este, collabora con Francesco del Cossa e si divide tra Bologna e Ferrara fino al 1486, quando rientra in patria e diventa primo pittore (con regolare salario mensile) della corte estense. Artista dalla fantasia inesauribile, dalla tecnica impeccabile e dall’espressività intensa, Ercole de’ Roberti consegue nelle sue opere un equilibrio di vigore e misura che lo rende uno dei più grandi maestri del tardo Quattrocento padano.

Muore ancor giovane e i suoi capolavori sono da subito molto ricercati dai collezionisti, tanto che Lorenzo gli subentra presso i committenti più prestigiosi, guadagnandosi una posizione di rilievo nell’ambiente felsineo. Qui matura un linguaggio più morbido, più moderno e aggiornato sulle novità di Perugino e, più in generale, della cultura centroitaliana.

Grazie alla sua meritata fama diventa pittore alla corte dei Gonzaga a Mantova, incarico fino ad allora ricoperto da Andrea Mantegna. Nell’arco di quasi mezzo secolo il suo stile conosce una trasformazione profonda, una evoluzione consapevole verso la modernità.

La mostra accoglie quindi il visitatore nel clima della seconda metà del Quattrocento, per accompagnarlo fino al pieno Rinascimento, seguendo il cammino di due artisti straordinari.

Dopo due anni di lavori di restauro e quasi sei milioni di euro, Palazzo dei Diamanti ha riaperto, dunque, con la mostra “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa”, seconda tappa di un lungo e immaginifico progetto dedicato agli artisti fra ‘400 e ‘500 alla munifica corte degli Este, cominciato sedici anni fa con l’omaggio ai pittori Cosmè Tura e Francesco del Cossa. Curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, la mostra raccoglie oltre cento opere provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, una finestra aperta sul clima che si respirava a Ferrara capitale del Rinascimento italiano, attorno alla figura di Borso d’Este che governò dal 1450 al 1471.

È sotto il suo governo che si forma Ercole de’ Roberti che divide la sua carriera con Bologna, allora dominata dai Bentivoglio. Proprio a Giovanni II Bentivoglio, e alla moglie Ginevra Sforza, è dedicato il doppio ritratto, proveniente dalla National Gallery of Art di Washington. Un dipinto ispirato a quello di Piero della Francesca a Federico di Montefeltro e Battista Sforza agli Uffizi, che Roberto Longhi definì «il più bel ritratto a dittico di tutto il Quattrocento italiano, dopo quello di Piero». Morto a 46 anni nel 1496, l’eredità di Ercole è raccontata da Lorenzo Costa, di dieci anni più giovane, pittore che dopo Ferrara approderà alla corte del Gonzaga. Una ventina le opere del primo, una sessantina quelle di Costa, «artisti pressoché sconosciuti e protagonisti di un Rinascimento lungamente segreto», ha commentato Sgarbi durante l’inaugurazione.

Eccezionali sono i prestiti dalla National Gallery di Londra fra cui la raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia. Da scoprire il periodo mantovano di Costa con la Veronica del Louvre e il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art.

La mostra rimarrà aperta fino al 19 giugno 2023.

 

M.P.F.


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