Dialogo Tf
Giuseppina Rando. Coraggio e… dintorni 
A libro aperto: pensieri peregrini a sera… - 27
14 Febbraio 2023
 

L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno,

è saper convivere con la propria paura

e non farsi condizionare dalla stessa.

Ecco, il coraggio è questo,

altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.

Giovanni Falcone

 

 

Non passa giorno che non prendiamo atto della complessità del vivere, facendo esperienza tanto dei condizionamenti dell’ambiente socio culturale quanto della riscoperta dei propri limiti e qualità.

Un percorso accidentato dove passo dopo passo siamo chiamati a prove e sfide.

Necessita coraggio e invece spesso incontriamo i nostri limiti e la conseguente paura. Nell’affrontare la paura però possiamo conoscere meglio parti di noi stessi.

Il coraggio può controbilanciare la paura.

Oriana Fallaci ricordava:

La storia dell’Uomo è anzitutto e soprattutto una storia di coraggio: la prova che senza il coraggio non fai nulla, che se non hai coraggio nemmeno l’intelligenza ti serve. E il coraggio ha molti volti: il volto della generosità, della vanità, della curiosità, della necessità, dell’orgoglio, dell’innocenza, dell’incoscienza, dell’odio, dell’allegria, della disperazione, della rabbia, e perfino della paura cui rimane spesso legato da un vincolo quasi filiale. (da Insciallah)

L’essere umano, consapevole della propria naturale vulnerabilità, tende ad equilibrare la paura con il coraggio.

Il coraggio, pertanto, non è assenza di paura, ma la capacità di fare la scelta giusta di fronte alla paura.

Alberto Moravia in uno dei suoi Racconti romani, intitolato “L’incosciente, scriveva: «Non c’è coraggio e non c’è paura. Ci sono soltanto coscienza e incoscienza. La coscienza è paura, l’incoscienza è coraggio». Senza voler esaltare acriticamente il coraggio, l’affermazione di Moravia appare paradossale.

Nella storia del pensiero occidentale c’è anche chi ha visto nel suicidio la massima prova di coraggio di fronte al terrore della morte e della sofferenza e chi, invece, considera prova di coraggio il “vivere”; in realtà scegliere di esistere (affrontando le sofferenze che la vita inesorabilmente riserva) è coraggio.

Nel Cortigiano di Baldassare Castiglione si legge: «…più nelle piccole cose che nelle grandi si conoscono i coraggiosi…».

La lezione è chiara: essere coerenti, costanti nelle piccole cose è molto più difficile e degno di ammirazione di quanto sia essere coraggiosi in un atto estremo, clamoroso, compiuto in stato di ebbrezza e di esaltazione. In questo senso sono più coraggiosi tanti padri e madri che passano la vita nell’impegno continuo per la loro famiglia, che chi compie gesti eclatanti.

È il coraggio silenzioso vissuto da chi accudisce ogni giorno una persona anziana in gravi condizioni o un figlio disabile.

Coraggio come forza e volontà di affermare se stessi, le proprie opinioni, la propria filosofia di vita.

Coraggio come virtù morale e sociale.

Coraggio come resistenza ai luoghi comuni, ai pregiudizi ed al pensiero dominante.

Coraggio per analizzare i pericoli che ci circondano.

Coraggio per ricercare il bello e il positivo nelle persone intorno a noi.

Coraggio per non essere schiavi delle contingenze e per concepire e perseguire un progetto importante.

Coraggio per cercare la verità.

Coraggio per non vivere un eterno presente svuotato di significati e privo di prospettive.

 

Giuseppina Rando


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