Diario di bordo
Maria Lanciotti. Famiglie sfrattate e immobili inutilizzati a Ciampino, cittą metropolitana di Roma
Occupazione edifici (foto Michele Concilio)
Occupazione edifici (foto Michele Concilio) 
25 Ottobre 2022
 

È la vecchia storia che si ripete dai tempi di Totò cerca casa fino ai ‘Fricchettoni’ con i loro famosi slogan: “Più case meno chiese, più prati meno preti”, senza mai approdare a soluzione.

 

 

Il recente caso della famiglia sotto sfratto a Ciampino nella centralissima via San Francesco d’Assisi, scongiurato per il momento grazie al poderoso intervento di associazioni e cittadinanza locali e la pronta riposta dell’Amministrazione Comunale, ci riporta a considerare la questione come si presentava già nei ribollenti anni Settanta in piena contestazione giovanile.

Un gran fermento si era creato anche a Ciampino, così lo ricorda uno studente dell’epoca, Simone S.: «Ci chiamavano i ragazzi della piazza, c’incontravamo al centro e nelle strade attorno. I punti più frequentati erano presso la Galleria Orazi e Conforti in via S. Francesco d’Assisi o in fondo a via Dalmazia a ridosso dell’aeroporto. Sotto ai portici a Piazza della Pace c’era il ritrovo generale, che si spostava tra la pizzeria e la rivendita di vino e olio di Liberatori. In Viale Roma, di fronte al negozio di abbigliamento “Disco Rosso” c’era la sede di Democrazia Proletaria che rappresentava un grosso punto di riferimento. Lì si entrava in contatto con persone impegnate che c’includevano in un discorso più ampio e politicizzato, aperto a nuove sperimentazioni, a diversi modi di stare insieme e di essere parte attiva in una società che ha bisogno di tutti e che sembrava invece avviata a un totale assenteismo».

E proprio in quel clima di rottura e insieme di rinnovamento, a fine dicembre del 1978 un gruppo di giovani attivisti occupa alcuni locali dello stabile in Viale del Lavoro di proprietà del Ministero dell’Agricoltura dato in gestione alla Cooperativa “Gotto d’Oro” di Marino, in disuso da diversi anni. Gira un volantino ciclostilato, a firma del Comitato per il Centro Sociale, in cui si spiegano i motivi dell’occupazione dello stabilimento che sta andando in malora mentre si potrebbero utilizzare i locali per creare una biblioteca – per cui erano già stanziati dal comune 35 milioni di lire –, una palestra, un asilo nido e altre varie attività culturali. A sostegno dell’iniziativa Sebastiano Montali esponente del PSI, sindaco di Ciampino dal 1978 al 1980, che si batte in tutte le direzioni lecite per arrivare a un qualche accordo, ma accorre la polizia e dopo poche ore gli occupanti vengono fatti sgomberare.

Ma è solo una battuta d’arresto che non comporta arretramenti ma piuttosto un potenziamento di azione condivisa, e presto i locali vengono requisiti e già a marzo del 1979 avviene l’inaugurazione della sede del Consultorio Familiare e del Giudice Conciliatore; mentre l’anno dopo, a marzo 1980, viene approvato l’esproprio totale degli immobili e dell’area dell’ex cantina sociale.

Da ricordare in quel periodo il movimento che si creò attorno alla questione sul diritto alla casa. Così lo ricorda sempre Simone S., classe 1963: «Nel piazzale Kennedy venne montata una tenda permanente che durò sei mesi per fronteggiare il problema abitativo. Quando c’era uno sfratto, specialmente di persone anziane con problemi di salute o economici evidenti, il Comitato Cittadino di lotta per la casa si mobilitava per scongiurare lo sfratto e trovare rimedi. Tanta gente da tante zone del paese ricorse al Comitato, che molto lavorò sulla questione, facendo scalpore. Parecchi senzatetto vennero fatti alloggiare all’Hotel Dany, in seguito ad accordi presi con il comune, in via del tutto provvisoria mentre si cercavano soluzioni».

Una questione che un’altra ne richiama sempre nella direzione del diritto alla casa. Qui solo un accenno: IGDO (Istituto Gesù Divino Operaio) oggi irreperibile OGDO ‒ di cui il vescovo Bonicelli a suo tempo mise a disposizione diversi locali per uso sociale o collettivo ‒, un complesso religioso da anni rifatto a nuovo e del tutto inutilizzato, salvo saltuariamente alcuni locali a pianoterra dalla parte dell’ex oratorio che funge da parcheggio interno. Una struttura con una sfilza di finestre e porte praticamente intonse. Per dirla in parole povere: chi ci guadagna?

 

Maria Lanciotti

(da castellinotizie.it, 24 ottobre 2022)


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