Diario di bordo
Luciano Canova. Confidenze rosa e noir
18 Febbraio 2007
 

L’Ansa ha appena battuto la notizia di una tragedia casereccia nella remota provincia lombarda:

«Omicidio a colpi di trita verdure: casalinga finisce l’affittuaria del secondo piano, salita a chiedere l’erba cipollina. Si indaga sul possibile movente».

Due inquiline dello stabile dove è accaduto il fatto commentano al telefono.

Hai sentito della Luisa e della Gianna?

L’omicidio? Sissì, ma io te lo dicevo…

Ah, sì? Te lo aspettavi?

Ma certo, dai. È cominciata con la storia delle lampadine del pianerottolo. Ricordi gli sguardi in assemblea condominiale?

Be', la Luisa mi pareva normale e la Gianna è anche un po’ strabica.

Ma va là. C’avevano gli occhi grifagni come il cinghiale.

Sarà, non l’ho notato.

E poi, quella lì, non me la contava mica giusta.

Chi?

Come chi? Il mostro.

E perché mai?

Perché era falsa. Una volta, pensa, l’ho vista all’Esselunga che rubava i due euro da un carrello parcheggiato. Quando è venuta la vecchietta a chiederli indietro, ha detto che lei non aveva visto niente.

Be', ma scusa… Un conto è rubare due euro e un conto è ammazzare una povera cristiana.

Non bestemmiare, che l’ho vista leggere il manifesto dell’apertura della moschea. Quella lì se la intendeva con un marocco.

Ma chi?

Lei.

Questa, proprio…

Sì, stava anche progettando di scappare in Africa col negro e il bambino.

E il marito?

Va' che la Gianna non è mica sposata.

Eh?

Ho detto che la Gianna non è sposata.

Guarda che è Luisa che ha ammazzato la Gianna.

Momento di silenzio.

Be', certo. Del resto era sposata con uno che è uscito con l’indulto. Se stai con lo zoppo… Scusa, mi bolle l’acqua.

 

Luciano Canova

(da 'l Gazetin, febbraio 2007)


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