Pianeta jazz e satelliti
Roberto Dell’Ava. Il Santuario di Javier e Vince
04 Agosto 2022
 

Una estate caratterizzata da secco, siccità, calore e Covid trova rifugio, anzi oasi, nel festival di Ambria Jazz e nella frescura e nella pioggia che hanno caratterizzato la giornata di venerdì scorso in Valtellina. L’appuntamento era ad Ardenno, inizialmente in piazza e all’aperto, ma date le condizioni meteo inevitabilmente si è finiti pigiati nella Sala Marvelli.

Protagonista della serata il duo di Javier Girotto e Vince Abbracciante, una formazione attiva già da qualche anno e con un album all’attivo, Santuario, uscito lo scorso anno. Se Girotto è stato protagonista in passato di qualche concerto in valle, Abbracciante è una novità assoluta alle nostre latitudini, quindi la curiosità, alimentata dall’ascolto dell’album, era tanta.

Il concerto ha ripagato abbondantemente le aspettative, se di Girotto erano note le indubbie qualità, non solo come strumentista ma anche come abile intrattenitore, la sorpresa e la conferma sono venute da Abbracciante: non solo un formidabile fisarmonicista ma anche uno spigliato e simpatico affabulatore, capace di raccontare la genesi di ogni brano con ironia e sagacia.

Un concerto quindi giocato su due piani, la parte musicale, densa di riferimenti alle radici ispirative, e la parte dialogante, sempre brillante e sul pezzo. La musica suonata è quella compresa nell’album, tutti brani originali dei due più una unica cover, L’ultima chance, per la penna di Luis Bacalov e tratta dall’omonimo film del 1973. Tango, musica popolare e jazz, questi i punti cardinali della proposta, amalgamati poi dalla sensibilità e dallo spessore strumentale del duo. Tutti i brani hanno colpito per freschezza e ritmo, una nota per Pango, un tango irresistibile la cui genesi descritta da Abbracciante ha strappato risate e consensi, e per la struggente Ninar, ninna nanna suonata al flauto dolce di netta e sognante caratterizzazione andina.

La generosità dei musicisti, inzuppati di sudore nel piccolo auditorium dove la frescura non si era affacciata, è durata per una ora e mezza di divertimento e ritmo, aneddoti e melodie, chiuse con ben due bis ed un pubblico caldo e numeroso. Arrivederci alla prossima edizione !

 

Roberto Dell’Ava


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