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Obbligo di etichettatura per le pellicce importate. 10.000 firme raccolte dagli animalisti italiani per il ministro Bonino
16 Febbraio 2007
 

Gli onorevoli Bruno Mellano e Donatella Poretti hanno partecipato ieri alla manifestazione organizzata dagli Animalisti Italiani per protestare contro i milioni di animali uccisi per la produzione di pellicce. L'associazione animalista ha consegnato ai due deputati più di 10.000 firme per chiedere al Governo di introdurre l'obbligo di etichettatura per ogni capo realizzato con pellicce.

«È bene che coloro che comprano le pellicce e non solo, abbiano ben presente quale pelle di animale sia stata usata e da che Paese arrivi», ha detto l'on Poretti, «sostengo pienamente l'iniziativa degli Animalisti Italiani che chiede l'obbligo di etichettatura. Nel 2004 il Governo italiano, con una legge ha vietato l'importazione, la produzione, la detenzione e la vendita di pelli e pellicce ottenute da pelli di cani e gatti, ma molti dei capi di abbigliamento e degli oggetti che provengono oggi da Cina, Thailandia, Filippine e Corea aggirano questo divieto, poiché sprovvisti di etichettatura». 

Ogni anno nel mondo, secondo Animalisti Italiani, oltre 40 milioni di animali vengono catturati e uccisi in maniera barbara per la moda, le loro pelli vengono utilizzate non solo per la produzione di pellicce ma anche di giacche, capi guarniti, cappelli, guanti, accessori decorativi, animali giocattolo imbottiti ecc.

«Purtroppo l'Italia è uno dei principali importatori di questi prodotti», ha ricordato l'on Mellano. «È quindi necessario introdurre l'obbligo di etichettatura di tutti i capi che contengono o derivano da animali, con l'indicazione della specie, del Paese di provenienza, dell'azienda produttrice insieme al divieto di importazione, come già succede negli Stati Uniti».

I due deputati si sono impegnati a consegnare le firme raccolte dagli Animalisti Italiani al ministro per il Commercio Estero, Emma Bonino, al suo ritorno dal viaggio in India.

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