In tutta libertà
Gianfranco Cercone. “Apollo 10 e mezzo” di Richard Linklater
26 Aprile 2022
 

Il tempo trascorso permette evidentemente di considerare gli eventi epocali da una prospettiva diversa da quella di chi, quegli eventi, li ha vissuti “al presente”. Se poi chi ricorda quegli eventi, a decenni di distanza, è anche chi a suo tempo li ha vissuti, quella riconsiderazione critica si estende anche a lui stesso, alle impressioni che di quegli eventi aveva riportato, e magari alle aspettative e ai timori di un’epoca trascorsa.

Il confronto fra questi due punti di vista – appunto: quello immediato e quello del “senno di poi” – mi sembra al centro del film Apollo 10 e mezzo che il regista americano Richard Linklater dedica dichiaratamente già dal titolo, all’evento del primo allunaggio, e della prima passeggiata sulla Luna di un astronauta americano.

Il racconto si svolge nel 1969 a Huston. E i protagonisti appartengono a una famiglia benestante, in cui il padre è un funzionario della NASA.

A rievocare gli avvenimenti attraverso una voce narrante è uno dei suoi figli, all’epoca un bambino. I suoi ricordi prendono nel film la forma di un disegno animato. E come in altri film usciti anche recentemente (penso per esempio a Flee) questo mezzo espressivo, applicato a una materia diversa da quella favolistica, fantastica, a cui è tradizionalmente associato, dimostra anche in questo caso la capacità di rivelare sotto una luce nuova, sorprendente, e qui spesso allegra, giocosamente variopinta, fatti e documenti di repertorio che in parte già conoscevamo anche attraverso altri film.

Apollo 10 e mezzo offre in effetti un quadro d’epoca, composto in particolare dalle immagini che i protagonisti vedono sul televisore, che campeggia nel salotto di casa, e davanti al quale la famiglia al completo è solita riunirsi.

Alle serie di fantascienza e dell’orrore più amate, si alternano le immagini dei telegiornali in cui Kennedy e Nixon parlano alla nazione, i documentari che presagiscono disastri ecologici, i reportages della guerra in Vietnam.

Così attraverso la televisione, tragedie reali, sentori di ingiustizie e di discriminazioni, i fermenti della contestazione, lambiscono la famiglia conservatrice di cui racconta il film.

Ma lo spirito del ragazzo non ne è davvero turbato: sarà perché è protetto dal benessere; sarà per quel senso di primavera che a noi è trasmesso dal suo corpo giovane, e dai corpi dei suoi fratelli e dei suoi compagni di scuola, spesso raggruppati insieme; sarà perché la missione sulla Luna pubblicizzata in televisione si prefigura come un successo dell’America, e come l’avvio di una stagione di viaggi spaziali, forse di colonizzazione della Luna e magari di altri pianeti. Fatto sta che il profondo, ingenuo ottimismo del giovane non sembra mai davvero scosso. E il suo ricordo più intimo e più emblematico è quello in cui, durante un viaggio in macchina, si abbandona al sonno sul sedile posteriore, sicuro che all’arrivo a casa il padre lo trasporterà sulle braccia nella camera da letto.

Eppure, nel ricordo, il successo di quella missione nello spazio – di cui il padre, in una delle scene più belle del film, segue la diretta in televisione con orgoglio patriottico, mentre gran parte della famiglia via via diserta il salotto o si lascia vincere dal sonno – quel successo risulta nel ricordo intaccato almeno da un sospetto di vanità, di frivolezza, come se in fondo non si trattasse di niente di più che di un gioco colossale, che affascina una nazione affetta da infantilismo. E si è indotti allora a dar ragione alla sorella maggiore del protagonista – il personaggio più consapevole del film – quando assente a un’affermazione udita in televisione, secondo la quale tutti i soldi spesi per quell’impresa avrebbero potuto essere meglio impiegati per combattere la povertà.

Apollo 10 e mezzo è una ricerca del tempo perduto, in cui la ricostruzione realistica delle abitudini, dell’immaginario, delle sensazioni del passato, prevale di gran lunga sull’ideologia. Ma proprio per questo risalta più convincente una critica al nazionalismo e alla cecità di una parte dell’America di allora.

Da vedere, su Netflix.

 

Gianfranco Cercone

(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da Radio Radicale il 23 aprile 2022
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QUI la scheda audio)


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