Lo scaffale di Tellus
Gordiano Lupi. “Sono immagini dell’alba” di Marisa Cecchetti
28 Novembre 2021
 

Marisa Cecchetti

Sono immagini dell’alba

Giovane Holden, 2021, pp. 120, 13

 

Marisa Cecchetti la conosco bene per aver pubblicato con Il Foglio Letterario Edizioni una sua intensa raccolta poetica (Come di solo andata, 2013), apprezzo da tempo la sua sensibilità narrativa volta descrivere il quotidiano e le piccole cose che compongono le nostre esistenze, soprattutto il valore del ricordo. Giornalista e critica letteraria (Stilos, Erba d’Arno, Corriere d’Arezzo, La Nazione), scrittrice prolifica, di narrativa breve, spesso edita da Il Giovane Holden di Viareggio, un’interessante realtà editoriale. Lo stile lirico di Marisa Cecchetti risente della sua poesia, una scrittura pulita, immediatamente comprensibile, una narrazione lineare che prende per mano il lettore portandolo a conoscere storie di incontri e di amori, affetti e amicizie, il tutto narrato con toni da realismo magico sudamericano, perché l’autrice racconta la vita quotidiana con un sopraffino senso del racconto. Basta sfogliare le prime pagine e soffermarsi su Anni Settanta, una storia che potrebbe essere poesia, un ricordo languido e nostalgico d’un tempo perduto quando la neve era la costante del suo Natale mentre in cortile stazionava una Fiat 500 e nel silenzio si poteva sentire il ruscellare costante dell’acqua tra i sassi del torrente. Una casa d’infanzia diventa il simbolo del Natale, il genius loci presente in quei luoghi risveglia emozioni mai del tutto sopite. Tutti i racconti sono costruiti su frammenti di ricordi e su piccole nostalgie, sia un costume a due pezzi che rammenta un bacio forse soltanto sognato, una coperta all’uncinetto che riporta alla memoria un ricordo del passato, una pianta del pepe in un parco nascosto della provinciale che ricorda il paese dell’infanzia, un ferragosto di tanti anni fa passato sulle rive del Serchio… Non possono non essermi cari questi colorati ricordi d’infanzia, questo rivivere momenti e persone che non ci sono più ma che affiorano nei luoghi e nelle madeleines che dispensa la vita sui passi del nostro cammino. Maria Cecchetti, come tento di fare anch’io da un po’ di tempo a questa parte, non vuole vivere di ricordi (sarebbe sterile!), ma con i ricordi… e dai ricordi fare poesia. A mio parere ci riesce molto bene. Leggere per credere.

 

Gordiano Lupi


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