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Vetrina/ Maria Lanciotti. Carezze di aghi
12 Ottobre 2021
 

*

Una corsa

Nella città dell’anima

Tutta d’un fiato.

Deserto senza tempo

Senza tracce ‒

Il vento ci giocò.

 

*

Dopo averti maledetto

Con tutta l’anima

Dopo averti invocato

Con l’anima dannata

Ora

Ti chiedo:

Aspettami.

Tieni aperte le braccia

Amato antagonista.

Tieni aperte le braccia

E pronte le labbra

Al bacio.

Manca solo un passo:

Valicherò la rete.

 

*

Immagina:

Fruste che intreccino culle

Brindisi d’acqua pura

Svelarsi la donna e il poeta

Carpire la demenza del saggio

Separare il selvaggio e il supremo.

 

*

Ragazza con la bombetta nera

E appese allo zaino

Scarpette di bimba boliviana

Ingrigite di polvere e condanna ‒

Che vuoi dire?

L’infanzia offesa te la porti dentro

O sulle spalle?

 

*

Costretti in gabbie pitturate

D’oro

Allevati a mangime

E mollezze

Cacciati a forza

Nell’arena gremita

Schiamazzante ‒

Replica d’una parodia

Crudele

Che non ammette

Salvezza.

 

*

E stanotte

Leggera come seta

L’anima fluttuò

Su alture incatenate

Bevendo l’azzurro del miosotis

Che mai colsi lungo ruscelli e fossati.

 

*

Cicatrici di storie passate

Pietre precipitate dai fianchi

Grevi di nevi

Sciolte al tepore di maggio.

 

*

Serena conto i giorni

Come da piccola

Annodavo perline.

Enigma segato da lame e passioni

Si torce come cero che strugge ‒

All’ombra del cedro

Carezze di aghi.

 

*

Vai resta torna, nulla cambia ‒

La nostra casa è in noi

Tartarughe marine.

 

Maria Lanciotti


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