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In libreria/ Alberto Figliolia. “La voce degli specchi” di Ernesto Ponziani
23 Marzo 2021
 

Ernesto Ponziani: “coltivatore di patate e parole”; Alberto Casiraghy: “stampa emozioni e accoglie colori”. Belle definizioni, semplici e magnifiche, che ben designano l’eccezionalità di due persone dalle multiformi capacità esistenziali e artistiche.

Ponziani è il poeta capace, nel suo eremo, di coltivare, oltre che patate e parole, convivialità; Casiraghy, alias Casiraghi, è un creatore di aforismi nonché stampatore ed editore sopraffino (difficile non avere mai sentito parlare del miracolo della Pulcinoelefante).

La voce degli specchi (casa editrice Tralerighe, sito Internet www.tralerighe.biz; prefazioni di Cristiana Vai e Giampiero Neri) è la splendida fatica letteraria, con un prezioso corredo di illustrazioni a cura di Casiraghy, scaturita dalla loro collaborazione. Un titolo emblematico dal momento che il libro è un inventivo immaginifico double face: lo giri e lo rigiri e trovi l’uno e/o l’altro, in un suggestivo gioco di echi e rimandi. Specchi, per l’appunto.

Sgrano pensieri come fagioli schiaccio

premo apro escono. Separo i baccelli

dal frutto. Ho tre cesti. Uno in centro

per l’amore, uno di lato per l’umore

uno sul pavimento per il dolore.

E posso fare confusione. Capita che

il cesto dell’umore accolga il dolore che

l’amore trovi occupato il proprio cesto.

Pensieri e fagioli... terragno solo in apparenza o, meglio, l’aderenza al dato della realtà mescolata ai grandi interrogativi che travagliano il nostro essere qui e ora, altrove...

A Ernesto risponde l’ossimorico Alberto.

A volte trovo l’inizio cercando la fine

Quando sono felice sogno anche ciò che non esiste

Chi si distrae con attenzione è salvo

Ma si capovolge di nuovo il libro...

I poeti nascono

tra fiori di campo

non certo nei giardini.

Esser poeti

non conviene. Più opportuno

diventarlo.

 

Vivere da poeti

è affascinante

soprattutto per gli altri.

 

Morire da poeti

non saprei come si fa.

Meglio rimandare.

Il filo e il filtro dell’ironia. Che la poesia sia un gioco? Un gioco nel gioco rischioso che è la vita? Quanto essa può contare nel breve passaggio dei nostri atomi sulla superficie di questa minima sfera rotolante negli abissi dello spazio? In ogni caso, ci sentiamo di rispondere, oltre l’effimero della gloria, la potenza delle idee e il potere della fantasia permeano lo spirito cosmico.

In ogni paradiso c’è un inferno che dorme

Domani sognerò sette fiumi inquieti

Domani ho trovato Dio in un ruscello

Rovesciamento dei concetti per penetrare più a fondo nel segreto dei giorni.

Aforismi poetici e poesie di aforistica luminosa saggezza.

Ho chiesto allo scalpellino

di cambiare i connotati

del mio cuore.

Dovrò cercare gli strumenti adatti”

mi ha risposto.

Spero riesca prima che io

abbia terminato le maschere.

Come negli specchi, il riflesso delle identità. Frantumi, frammenti e ricomposizioni, trafugamenti e ritrovamenti. Piccoli grandi misteri.

Ogni amore ha il suo uovo incomprensibile

Cerco da anni luoghi imprevisti dove rinascere

Oggi mi sento un giocattolo inquieto

Chi è chi in questo felice marasma, dove dal Caos nasce l’ordine... o forse è vero il contrario?

«Gli occhi di Alberto» scrive nella sua introduzione al libro Cristiana Vai «sono essenziali, ispirati alla gioia e amano le contrapposizioni surreali; quelli di Ernesto sono lucidi, sicuramente anche lucidati dal dolore, e tagliano l’ipocrisia».

Non saprei descrivere

l’odore che avevano i binari

dopo il passaggio del treno.

E nemmeno il rumore

dei miei passi

sulle traversine di legno rugoso

ancora bagnate dalla rugiada

 

[…]

 

Poi la pioggia metallica

si allontanava

fino a cessare.

E io potevo tornare

nel ventre dei sogni

dell’albeggiare.

E ancora...

È il silenzio. Mi circondo di silenzio

quando voglio ascoltare.

Nel silenzio si sentono le vibrazioni

delle piccole particelle elementari.

Nel silenzio si odono le voci

dei minuscoli abitanti della terra.

Con il silenzio, solo con il silenzio

si possono afferrare i palpiti della mente.

È nel silenzio che si percepisce

il moto inarrestabile dell’universo.

«Del poeta Ernesto Ponziani» scrive nella sua prefazione Giampiero Neri «è nota la scelta di vivere in montagna, coltivando un po’ di terra. Di quando in quando pubblica qualche raccolta di poesie, plaquettes, aforismi. Generalmente lo fa per delle riviste e con un editore particolare, il leggendario Alberto Casiraghy, l’editore “che stampa in giornata”, qualità che non è l’unica ad appartenergli. Casiraghy è anche poeta estemporaneo, liutaio, filosofo e amico degli animali, di cui tiene in casa una certa rappresentanza».

Un duetto magico; con il sentimento dei lettori, un coro. L’Io che diviene Noi, tessere di un infinito solidale mosaico.

E nel più puro segno del kalòs kai agathòs.

Affinché tutti possiamo Nelle penombre inquiete trovare luci inaspettate?

Assolutamente da rimarcare, peraltro, la pregevolissima edizione di quest’opera. Davvero, oltre all’appagamento del cuore e della mente, una delizia per gli occhi e il tatto, per i sensi: il fruscio delle pagine sfogliate e risfogliate, il loro profumo... come quello delle patate, che sono dolci parole della terra.

 

Alberto Figliolia


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