Lo scaffale di Tellus
Gianfranco Cordì: Sulla linearita del mondo. Globalizzazione
05 Febbraio 2007
 

Oggi il mondo è lineare. Come un apparecchio tecnologico da uno stimolo dato (emissione della corrente) può essere ottenuta una determinata risposta (la messa in moto, il funzionamento). Questa linearità del mondo è la globalizzazione. Ovvero: il mondo oggi è sussumibile sotto una sola causa e sotto una soltanto. Il mondo possiede un’unica origine. La quale è, appunto, la globalizzazione. Ovvero, questa origine è la globalizzazione. Il globale è oggi presente ovunque. Il locale non è più tale. Che cosa significa tutto questo? Che cosa vuol dire? Significa che in ogni parte del mondo ora può essere riscontrato il tutto. E, cioè, che dal globale può essere dedotto ogni e qualsiasi locale. Fino a non molti anni fa le cose non stavano affatto così. Il mondo dipendeva da diverse cause. Cause politiche, cause economiche, cause sociali. Oggi invece esiste un’unica causa, la globalizzazione appunto. Il globale può essere riscontrato nel locale e quindi in ogni singola parte del mondo può essere rinvenuto (può essere visto; oppure anche a volte: può essere intravisto) tutto il mondo. Questa è la globalizzazione. Quindi, se da tale tutto può venire rintracciata ogni sua parte si ha che tale tutto è un tutto organico, generale, lineare (come ho detto sopra). Regolare e costante. E questo tutto è il globale, l’alter ego della globalizzazione. Dunque dal globale può essere derivato il locale. Il tutto (la globalizzazione) ha un ndamento costante e regolare. Un unico tono. Un unico suono. Un unico registro. (Per questo motivo da questo tutto su può derivare qualsiasi sua parte).

Ma dire globale equivale a dire largo. Il mondo, però, oggi è più stretto di quanto non fosse stato un tempo. Il mondo oggi è accorciato, ristretto, rattrappito. I mezzi di comunicazione, le notizie, i diversi vettori che collegano il pianeta hanno adesso accorciato il mondo. Hanno accorciato le distanze. Ma dire globale equivale a dire largo perché se si guardano le cose dal punto di vista globale le si vede sempre con un’ottica che è allargata rispetto a se le stesse cose le si guardano da un punto di vista particolare. La globalizzazione perciò allarga o restringe il mondo? In realtà, oggi, il mondo quanto più si restringe tanto più si allarga. E questo perché guardando al mondo dal punto di vista del globale (o da un punto di vista globale) è possibile coglierlo meglio. E cioè, è possibile coglierlo meglio rispetto a come sarebbe stato possibile coglierlo guardando le cose da un punto di vista particolare (e, diremmo, da un particolare punto di vista). Inoltre potendo oggi così cogliere meglio il mondo certamente quel che si perde è la distinzione ma quel che ovviamente si guadagna è la generalità. Per cui in virtù dell’ineluttabile accorciarsi attuale del mondo noi ci troviamo ora a guadagnarci in generalità. Il globale infatti fa cogliere meglio le differenze, come è noto. Un mondo ristretto perciò consente una visione d’insieme che del resto già pochissimo tempo fa non era affatto (proprio, per nulla, assolutamente) possibile ne pensabile. È stato quindi quello stesso mondo che si è ristretto a consentire quel mondo allargato nella globalizzazione e quel mondo allargato della globalizzazione. Ma, dire globale equivale a dire largo. E dire largo infine equivale a dire un mondo che consente un’unica espressione (la globalizzazione). Un unico trend. Un unico tono. Un unico suono. Un unico motore. Un'unica causa. Un'unica origine. Un mondo senza spigoli. Un mondo lineare. Un mondo cioè che a un determinato stimolo risponde adesso in un unico modo e solo in quello.

 

Gianfranco Cordì

 
 

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