Dialogo Tf
Giuseppina Rando. Sulla statua di Indro Montanelli
20 Giugno 2020
 

Non si arrestano le polemiche sulla statua di Indro Montanelli, imbrattata a Milano con con le scritte “razzista” e “stupratore”.

Il monumento in bronzo è stato realizzato dallo scultore Vito Tongiani e collocato nei Giardini pubblici di via Palestro a Milano (luogo in cui il giornalista era solito passeggiare, e dove venne gambizzato dai brigatisti). La statua rappresenta il giornalista nell’atto di scrivere sulla sua Lettera 22, ispirandosi a una foto scattata nel 1940 da Fedele Toscani: nella fotografia, Montanelli è seduto su una pila di giornali e indossa un cappello. Nella statua invece il cappello è appoggiato alla sua destra. L’inaugurazione è avvenuta il 25 maggio 2006 alla presenza del sindaco di Milano di allora, Gabriele Albertini.

Da allora la statua è stata spesso al centro di polemiche di diversa natura, in particolare sessiste. Ad aprire il dibattito di questi giorni sui social, è stato il movimento dei Sentinelli di Milano, gruppo che si batte contro omofobia e razzismo, che ha chiesto al sindaco della città Giuseppe Sala e al Consiglio comunale la rimozione del monumento.

Si vuol far passare Indro Montanelli per un uomo perverso, arrogante e stupratore, voci di giornali non certo neutrali e frasi estrapolate dai detrattori da un contesto non adeguatamente verificato.

Riporto il pensiero illuminate di Maria Raimondo: con lo stesso metro inquisitorio e antistorico dovremmo condannare al rogo altre figure care all'immaginario popolare e persino intellettuale. Chaplin sposò Oona O'Neil quasi bambina. E lui aveva 54 anni. Molta letteratura si ispira a questi legami estremamente sbilanciati, vedi Svevo.

Erotismo efebico era normale o tollerato tra Greci e Romani. Le spose bambine, purtroppo, erano prassi legittima fino a non molto tempo fa. La Marianna Ucria della Maraini era tale, dopo un abuso: moglie bambina di un vecchio zio… Insomma, il male è antico e diffuso.

Indro Montanelli in realtà è stato soltanto figlio del suo tempo, non certamente un razzista, né stupratore, né pedofilo.

Senza dubbio un giornalista fuori dal coro e un lucido scrittore.

L’onda di odio, purtroppo, oggi dilaga un po’ ovunque: con la scusa di combattere il razzismo, si infangano statue di personaggi storici e di rilievo indiscutibile.

Un tentativo di riscrivere la Storia?

Forse bisognerebbe ricordare il significato della parola monumento. La sua etimologia viene da memento, cioè ‘ricordo'. Per loro natura i ricordi non sono solo quelli positivi o edificanti. Esistono anche quelli che ci richiamano alla memoria il nostro passato schiavista, coloniale e, nel caso italiano, fascista.

Una scultura sigilla momenti specifici di un'epoca. Personalmente ho letto quasi tutto di Montanelli e l’ho molto apprezzato. Abbattere la sua statua sarebbe intollerabile.

Ricordo che il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma è un patrimonio di tutti, nonostante sia stato partorito da un regime orrendo come quello fascista. Qualche storico, anni fa, ebbe l’idea di mettere mano ai libri di storia e depurarli da alcuni aspetti sul fascismo in Italia. L’idea fu rigettata, perché assurda. Le nostre città sono dei libri di storia allo stesso modo, possiamo scegliere di cambiarle, non DISTRUGGERLE.

 

Giuseppina Rando


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