Prodotti e confezioni [08-20]
In libreria/ Silvia Comoglio. “Coleoptera” di Enea Roversi
16 Giugno 2020
 

Coleoptera, un titolo quello scelto da Enea Roversi per la sua ultima raccolta edita da puntoacapo che richiama il mondo degli insetti e, inevitabilmente, La metamorfosi di Kafka. Un titolo forte ma che subito orienta il lettore, lo orienta e comincia ad interrogarlo perché possa individuare ciò che ne muta l’essenza, e perché, così facendo, possa ritrovarsi e riconoscersi. Un procedere, questo, che connota tutti i testi di Coleoptera, testi in cui lo sguardo dell’autore si fa moto, moto che si dilata e aderisce, che si avvinghia anche, ad una realtà che per il suo tessuto economico e sociale, che per l’odore cattivo dei soldi e quei luoghi di lavoro in cui il personale è ora diventato risorsa umana, ci reifica giorno dopo giorno.

Ed è così, per questo moto e per questo procedimento continuo, che lo sguardo di Enea Roversi diventa un pluriguardare e anche, e soprattutto, un vestirsi di pluriconsapevolezze, consapevolezze che in Coleoptera coincidono con la registrazione attenta e anche cruda (ma cruda proprio perché attenta) di quanto ci circonda e si snoda tra presente e futuro. Ed è proprio qui, in questo saper diventare ed essere “pluri”, che sta la metamorfosi. Una metamorfosi che è inclusione e coesistenza con le strutture del reale, non certo per subirle o farle proprie, ma per il bisogno di dirle e di testimoniare/denunciare la spersonalizzazione di questo nostro tempo.

Ecco, spersonalizzazione è una parola chiave di questa raccolta, una parola che ci fa ritornare a quella metamorfosi di cui già si è parlato e che ci fa intuire che doppia è la metamorfosi che viene a compiersi in Coleoptera, doppia per quel diventare ed essere “pluri” e per il tema della spersonalizzazione.

E, in questa doppia metamorfosi che viene a compiersi, centrale è il ruolo che l’autore affida alla parola, una parola che si stacca netta dalla pagina e che proietta una luce dura e secca, a tratti tagliente. Una scrittura che per amore del fatto concreto, e quindi della verità, non arretra mai difronte al dato oggettivo ma vi resta ferma, e lo osserva e interiorizza per restituirlo altrettanto fermo e saldo.

Una doppia metamorfosi, dunque, e una scrittura dai tratti taglienti, che si fa ferma e salda per il suo carico di verità e denuncia. E poi anche un testo, spazio 1999-2018, un testo che colpisce per quel punto interrogativo, lì, solo, nell’ultimo verso. Un punto interrogativo che regge tutte le domande che si susseguono in spazio 1999-2018 e che l’autore isola e fa svettare. E proprio per questo, per essere stato isolato e fatto svettare, questo punto interrogativo cessa di essere mera punteggiatura, si fa simbolo. Il simbolo in cui si cristallizza lo sguardo dell’autore, uno sguardo allargato in cui la metamorfosi, la spersonalizzazione, convive con uno spaesamento, con uno smarrimento/non accettazione che arriva a far dire all’autore: “m’importasse qualcosa del futuro di questo mondo infame”. Parole dure, sincere per la loro durezza, ma non sincere per il loro contenuto. Perché a Enea Roversi importa, eccome se gli importa, di questo nostro mondo e del suo futuro. Se così non fosse non si sarebbe fermato ad osservare e riflettere, non si sarebbe impegnato, perché il suo è un impegno, un impegno civile, a testimoniare e a denunciare. E neppure avrebbe scritto, per esempio, un verso come “gli animali si accoppieranno su nuove arche”, un verso che è contrappeso e spiraglio, e che guarda oltre questo nostro tempo e mondo così intenti a spersonalizzarci, a reificarci.

 

Silvia Comoglio

 

 

Enea Roversi, Coleoptera

puntoacapo, 2020, pp. 56, € 10,00


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276