Diario di bordo
Michele Tarabini. Retoriche banalità
19 Aprile 2020
 

È per me imbarazzante vedere un mio articolo, pubblicato in primo piano nella pagina iniziale di Tellus, permanervi da tanti giorni. Imbarazzante, ma anche confortante. Sì perché, ciò significa che nessuno dei collaboratori del giornale se la sente di scrivere retoriche banalità. Scrivere di attualità, infatti, significa oggi scrivere esclusivamente del virus e di quel che gli gira intorno; e l’argomento, francamente, è saturo.

Cosa si può analizzare o approfondire, che non sia già stato analizzato e approfondito mille volte? Riguardo quale aspetto particolare si possono sollevare dubbi o perplessità, che non abbia già sollevato vespai di polemiche? E parlare d’altro non è possibile, visto che tutto il resto è immobile e attonito di fronte alla peste che calamita ogni sguardo e pensiero.

Proprio per questo, onore a chi non vuole parlare tanto per parlare o scrivere solo per dimostrare di esistere, ma parla e scrive quando sente di avere qualcosa di interessante, di originale da proporre, anche se non sempre è davvero così.

Ma presto, forse prima di quanto pensiamo, tutte le cose riprenderanno i loro movimenti e potremo tornare negli equivoci e nelle lusinghe della normalità.

 

Michele Tarabini

 

 

Illustrazione. La vignetta del geniale Ron Cobb è degli anni ‘70 e ci dice che negli USA sono sempre stati anni avanti a noi, loro già in quel tempo trattavano i loro anziani come scarti. Noi ci siamo arrivati adesso ma stiamo lavorando bene, anzi meglio, invece di buttarli via li ammazziamo. (Claudio Mellana)


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