Diario di bordo
Lombardia. Continua la quarantena del Consiglio Regionale 
Usuelli (+Euro­pa/Ra­di­ca­li): “Inerzia inaccettabile, chiediamo convocazione urgente”
24 Marzo 2020
 

Nel corso della Conferenza dei capigruppo svoltasi nel pomeriggio di ieri, il Consiglio regionale della Lombardia ha deliberato, con la sola opposizione di Usuelli (+Europa/Radicali), di non tenere seduta neppure questa settimana e di riconvocarsi, a ranghi ridotti, solo il 31 marzo per approvare alcuni provvedimenti indifferibili. Continua quindi la quarantena del Parlamento della Lombardia che, sulla scia di quello nazionale, sceglie di non occuparsi dell’emergenza Covid-19 e delle conseguenze, sanitarie ed economiche, che si stanno abbattendo sul territorio regionale.

Nel corso della seduta Michele Usuelli ha reiteratamente richiesto, di fatto inascoltato, che il Consiglio fosse convocato urgentemente, già questa settimana, nel rispetto della Costituzione e dello Statuto, per rivendicare il ruolo di controllo e di indirizzo nei confronti di una Giunta regionale che agisce sempre più come un'entità indipendente, al di fuori di ogni logica parlamentare.

 

Così Michele Usuelli: «I temi da affrontare e su cui abbiamo il dovere di deliberare sono numerosi: dalle scelte sulle politiche sanitarie attuate per contenere l'epidemia (a cominciare dalle proposte che ho avanzato insieme al prof. Enrico Bucci e Marco Cappato), alle conseguenze economiche della crisi sanitaria e alle ricadute del sovrapporsi di ordinanze regionali e decreti nazionali che incidono in maniera confusa sulla vita dei cittadini. Nonostante questo, per la terza settimana di fila, il Consiglio regionale sceglie di non riunirsi, con il consenso di tutti i gruppi consiliari, a cominciare da quelli di centrodestra che, a Roma, chiedono a gran voce la convocazione del Parlamento. Torno a chiedere al Presidente Fermi di convocare urgentemente l'Assemblea, restituendo ai Consiglieri il ruolo che, troppo spesso solo a parole, amano rivendicare: quello di rappresentanti dei cittadini che si confrontano, discutono e decidono, onorando e affermando le regole democratiche, soprattutto nei momenti di difficoltà e di emergenza. Lo dobbiamo, tra l'altro, a tutti quei lavoratori, a cominciare dal personale sanitario, che stanno continuando ad operare per il bene della collettività, anche mettendo a rischio la propria salute».


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