Diario di bordo
La sanità divisa nell’Europa unita 
di Carlo Forin
17 Marzo 2020
 

Vittorio VenetoEnrico Letta ha proposto di cogliere l’occasione offerta dal Corona-virus 2020, che ha colpito prima l’Italia in Europa, per suscitare una risposta europea unitaria che trascini il resto del mondo nel provvedere alla salute di tutti.

Io vivo isolato, come nelle regole, e guardo fuori.

Osservo il mondo che si tinge di italiano avanti alla nostra prova; dicono: -Siamo tutti italiani-, come sussurrò Barbara von Leyen, senza muovere le labbra; ma nessuno, ancora, ha dato seguito all’iniziativa unificante di Letta, soprattutto qua in Italia.

Io sono uno del popolo. Non sono un dirigente. A voi del popolo chiedo: c’è qualcuno che vive la politica come Letta, uno che serva a qualcosa di utile? Un politico dovrebbe avanzare proposte ampie per risolvere problemi di tutti. Adesso viviamo un problema che interessa tutti perché vivere è meglio che morire in assenza di respiro. Questa esigenza semplice ha già portato il governo a deliberare una spesa da 25 miliardi oggi. Lo stesso problema deve esser stato discusso in video-conferenza dai leader europei.

Ma, non è meglio far sentire il nostro interesse per una sanità unita nella Ue?

Io sono piacevolmente stupito degli italiani che aprono le finestre alle 18 e cantano assieme e vincere la paura.

Sono rattristato dal silenzio di tutti i politici dietro all’invito di Letta.


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