Diario di bordo
Emmanuela Bertucci. Coronavirus: Quando il diritto alla salute diventa dovere di salute
09 Marzo 2020
 

Firenze – Gradualmente e intensificando le misure, il Consiglio dei Ministri cerca di far comprendere agli italiani che la salute in questo momento non è un diritto ma un dovere.

Nei confronti di noi stessi, nei confronti delle persone che potrebbero morire o trascorrere settimane in terapia intensiva se non rispettiamo le regole che ci sono state prima suggerite, poi caldeggiate, poi fortemente raccomandate. Il prossimo passo è imporle con la forza.

È un dovere nei confronti della nostra sanità (le polemiche sul dimezzamento dei posti letto e sui tagli alla spesa sanitaria, pur ineccepibili, in questo momento dobbiamo posticiparle a quando tutto sarà passato, che ci sia di lezione). È un dovere nei confronti di tutti gli operatori sanitari che da settimane espongono se stessi al contagio prendendosi cura dei malati, è un dovere nei confronti dei sanitari per non costringerli a trovarsi davanti alla necessità di scegliere quali pazienti mettere in terapia intensiva e quali no, guardando alle possibilità di sopravvivenza.

È un dovere nei confronti di tutti coloro che sono impegnati a gestire questa emergenza.

È un dovere (se preferite una declinazione egoistica) nei confronti del nostro portafogli, perché prima si risolve la situazione prima torneremo a guadagnare, meno interventi fiscali saranno necessari poi per colmare la voragine che gli interventi economici in deficit con il beneplacito, anche, dell’UE, hanno causato, causano e causeranno.

Comprare amuchina e far scorte di pasta per poi rilassarci con un aperitivo in centro (abbiamo visto tutti le immagini dei Navigli di ieri sera) non ci aiuterà.

Limitare al massimo possibile i contatti sociali per un mese e seguire le indicazioni “fortemente raccomandate” dal Governo sarà la soluzione per venire a capo di questa brutta vicenda nel minor tempo possibile e per limitare i danni.

 

La salute, insomma, oggi non è un diritto ma un dovere fondamentale.

 

Emmanuela Bertucci, legale, consulente Aduc


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