Eutanasia e testamento biologico. È necessario che i parlamentari abbiano i piedi per terra
Mina Welby
Mina Welby 
26 Gennaio 2007
 

A ricordarci la necessità e urgenza di un intervento del legislatore su temi di testamento biologico e di fine vita dei malati terminali è oggi il presidente della Cassazione, Gaetano Nicastro, perché si «affronti e chiarisca i gravi problemi che sempre più frequentemente si presentano al giurista e al medico».

Nonostante i molti segnali che giungono occorre comunque lavorare duramente perché si arrivi ad una legge e vincere le resistenze di chi, anche mascherandosi da libertario, nega la necessità di una norma.

È necessario tutelare e aiutare tutte le persone, malati, famigliari e medici, che si trovano in condizioni disperate; fino ad ora lo Stato non legiferando su testamento biologico e su eutanasia ha soltanto e assurdamente reso più difficile la loro situazione.

Mina Welby sarà ascoltata nelle audizioni a porte chiuse su “La tutela della dignità nella persona umana nelle patologie incurabili e terminali anche con riferimento al tema dell'eutanasia”, iniziate il 17 gennaio nelle commissioni Giustizia e Affari Sociali riunite. Spero che il racconto della sua esperienza possa illuminare i molti deputati che hanno votato contro la richiesta – avanzata da me insieme ad altri deputati e da una petizione dell'Associazione Coscioni (20.000 firme) – di un'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'eutanasia clandestina, per altro archiviata in modo decisamente frettoloso.

Spero che la sua audizione, insieme a quella del dottor Mario Riccio (che ha aiutato Piergiorgio Welby a staccare il respiratore), riporti i parlamentari ad avere i piedi per terra e a toccare con mano la realtà che ci circonda.

 

Donatella Poretti


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