Diario di bordo
Pena di morte. Dai sindaci europei un appello per la moratoria delle esecuzioni
Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente ANCI
Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente ANCI 
26 Gennaio 2007
 

Prosegue l'impegno del Comune di Roma per l'abolizione delle esecuzioni capitali e per il rispetto dei diritti umani nel mondo. A poche settimane dall'illuminazione del Colosseo, dal Campidoglio parte l'appello alla Comunità internazionale affinché stabilisca al più presto una moratoria delle esecuzioni in vista della definitiva abolizione della pena di morte. Da Parigi ad Atene, da Madrid a Lubiana, passando per Tallinn, La Valletta ed Amsterdam, sono 18 in totale i primi cittadini delle capitali e delle maggiori città europee che hanno sottoscritto l'iniziativa. Ad accogliere l'appello del sindaco di Roma Walter Veltroni anche il primo cittadino di Firenze Leonardo Domenici che, in qualità di presidente dell'ANCI, ha esteso l'appello alle città italiane.

«Noi, Sindaci di Città Capitali europee, di fronte al succedersi ogni giorno e in troppe parti del mondo di nuove esecuzioni capitali, lanciamo un appello per porre fine alla violazione più insopportabile della dignità dell'uomo e del primo dei suoi fondamentali diritti: il diritto alla vita», si legge nel documento contro la pena di morte.

«La pena di morte», scrivono i sindaci, «non solo è immorale e vergognosa. Non solo aggiunge orrore ad orrore, alimentando la spirale dell'odio e disumanizzando la società. La pena di morte è inutile e non serve a ridurre i reati che intende combattere».

«Noi crediamo che la giustizia non abbia bisogno della pena di morte. La giustizia» continua l'appello «può essere perseguita e raggiunta senza falsi deterrenti, senza portare lo Stato al livello del singolo che ha ucciso. E questo vale per tutti, anche per chi si è macchiato di colpe orrende, di crimini gravissimi contro l'umanità, per i quali è giusto e necessario venga punito».

«La pena di morte deve scomparire dalla scena della storia. È una speranza alla quale non dobbiamo rinunciare e noi continuiamo a credere che si possa raggiungere quello che oggi non sembra raggiungibile, che si possa eliminare ciò che oggi sembra ineliminabile».

«Facciamo appello all'Unione Europea, dopo l'importante consenso raggiunto in sede di Consiglio dei Ministri e al Parlamento europeo, perché», chiedono i primi cittadini, «sostenga con determinazione la proposta di una moratoria che sospenda le esecuzioni capitali in ogni angolo del pianeta».

«Facciamo appello alla Comunità internazionale affinché stabilisca al più presto» conclude il documento «una moratoria delle esecuzioni in vista della definitiva abolizione della pena di morte».

 

L'appello è stato sottoscritto da Walter Veltroni sindaco di Roma, Leonardo Domenici (Firenze), Job Cohen (Amsterdam), Nikitas Kaklamanis (Atene), Freddy Thielemans (Bruxelles), Gàbor Demsky (Budapest), Vincent Jackson (Dublino), Paul Borg Olivier (La Valletta), Ken Livingstone (Londra), Zoran Jankovic (Lubiana), Paul Helminger (Lussemburgo), Alberto Ruiz Gallardón Jimenez (Madrid), Bertrand Delanoë (Parigi), Aivars Aksenoks (Riga), Boyko Borissov (Sofia), Jüri Ratas (Tallinn), Michael Häulp (Vienna), Wim Deetman (L'Aia).

 

(da una nota di agenzia letta a Radio Radicale, 24 gennaio 2007)

 

 

I Radicali ringraziano il Sindaco Veltroni

 

Il Ministro Emma Bonino, i dirigenti di Nessuno tocchi Caino, Marco Pannella, Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti, e di Radicali Italiani, Rita Bernardini e Maria Antonietta Coscioni, ringraziano il Sindaco di Roma Walter Veltroni che, dopo l'illuminazione del Colosseo, ha ottenuto da parte di ben 18 primi cittadini delle capitali e delle maggiori città europee il sostegno alla moratoria universale delle esecuzioni capitali.

 

«Continuiamo a registrare una straordinaria concordia di forze politiche e di opinione pubblica sull'iniziativa che vede impegnato il Governo italiano e la Presidenza tedesca dell'Unione Europea, a favore della moratoria ONU delle esecuzioni capitali. È anche il segno della crescita della mobilitazione internazionale che, a partire dalla lotta nonviolenta su “Nessuno tocchi Saddam”, rende sempre più possibile ottenere una conquista di umanità e di crescita civile e politica per il mondo intero».

 

(da Notizie radicali, 25 gennaio 2007)


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