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In libreria/ Barbarah Guglielmana. L'osteoporosi dell'amore 
“Discorso a due” di Luciano Neri
11 Dicembre 2019
 

Gli amanti sono forme/ di quando coincidono i sogni ai racconti/ sopravvivono a ogni dolore profondo/ delle loro paralisi maschere/ per potersi narrare/ e nell’ultimo ricordo che dovrebbero tacere/ i sogni divenuti racconti si vegliano/ e si confondono come il malato/ che riceve l’ultima persona/ che riconosce/ al suo capezzale c’è uno specchio/ in mezzo alle loro parole più limpido/ della vita e la morte si discosta/ nella sua prole superba e perduta/ e non si sa più chi parla e chi ascolta,/ se il racconto o il sogno. (Luciano Neri)

 

 

Leggere poesie d'amore non è facile, per molti moltissimi popolarissimi motivi. Siamo in guerra, non siamo più innamorati, vogliamo poesie solo famose, non vogliamo soffrire come gli altri, preferiamo gli aforismi, le troviamo banali, non sono facili, le scrivono tutti, in caso scegliamo il romanzo d’amore, non leggiamo di temi così seri, preferiamo amare se ce ne è concessa l’occasione. E poi, e poi è difficile capire l’amore, capiamo quello che vogliamo, capiamo quello che possiamo. Ma come ha detto la mia amica Valentina di Alba: Abbiamo sempre bisogno di leggere poesie d’amore; e da qui quel bisogno di versi d’amare come in Discorso a due, la silloge del poeta genovese di genitori calabresi, Luciano Neri, che viaggia in una storia d’amore che inizia e finisce.

È il Poeta stesso a parlarci di quell’amore che aspettava: Era senza dimora fissa/ quando le ha chiesto di entrare/ curioso e insaziabile/ Prima le ha chiesto di esitare./ Perché l’incontro fosse vero/ le ha chiesto delle prove./ Era passato un anno/ da quella prima esitazione/ e alla fine le prove erano/ solo le prove da superare/ Chiedevano evidenza/ a un fantasma -a più di uno-/ il seno e le labbra erano/ attraenti/ e un attimo dopo invisibili.

Nelle sue diverse poesie Neri viaggia dentro una passione, nei tratti immaginati e nella materialità incontrata, in questo sentimento che ci rende tutti umani allo stesso modo, perché è la proiezione di un bisogno, come ci insegna la psicanalisi, e insieme lo scontro di attese e promesse: L’immagine di chi si ama/ all’istante è un quadro/ senza cornice... ambiente senza/ figure né protezioni. Nella storia dell’incontro si interfacciano le proprie diversità, il mistero attira, lo scoppio della passione ci ridesta: Ci si sceglieva/ ogni giorno... si incendiava/ nell’acqua del viso/ senza più arti/ senza più testa.

L’oggetto d’amore nella storia principia poi l’allontanarsi, o è piuttosto l’amore a venire meno: Tu già eri nell’altro/ e il nomade in preda/ nel possesso d’amore/ svaniva nella carne/ al fantasma il suo posto/ rimaneva vuoto/ in nessun luogo la sedia.

Insieme prima e poi di nuovo soli, forse più soli di prima: Due cornici sovrapposte/ e nel fondo vuote/ e all’interno due riflessi/ allontanati dai corpi/ senza ricordo/ né illusione,/ soli di una nascita/ e di una perdita.

Ed è il tempo del narrare, del poeta con il desiderio di tornare a quello spazio: Stasera sarebbe partito/ attraversando più di un mare/ invece il viaggio si ferma all’imbrunire.

Il ricordarsi amanti e amati, regala quadri note musicali libri nuvole di pensieri, questi a farci compagnia: Era splendido risvegliarsi/ a un millimetro dal naso/ adesso manca una porta/ alla solitudine/ respirare è quanto basta/ un accesso/ che non è una soglia.

Ma l’amore cos’è?: Attese e promesse/ sono i nascondigli/ più frequentati/ nella lontananza/ di un viaggio/ simili all’insonnia/ a un cratere spento/ gli attimi assidui/ delle carezze introvabili/ assistono alle veglie. E Nori nonostante la perdita sembra confermare l’importanza di esserci stato: Quando l’ospite/ se n’è andato resta/ nel tuo silenzio di uomo/ che è stato ospitato.

 

Barbarah Guglielmana

 

 

Luciano Neri, Discorso a due

L’arcolaio, 2019, pp. 116, € 10,00


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