Lo scaffale di Tellus
Marisa Cecchetti. “L’albatro” di Simona Lo Iacono
11 Settembre 2019
 

Simona Lo Iacono

L’albatro

Neri Pozza, 2019, pp. 224, € 16,50

 

L’albatro non abbandona mai il capitano della nave, neppure nella disgrazia. Così farà il piccolo Antonno, sempre a fianco di Giuseppe. È arrivato all’improvviso nella sua vita e se ne andrà allo stesso modo dopo essersi fatto giorno per giorno sempre più magro, quando Giuseppe diventa adulto.

Simona Lo Iacono ricostruisce con grande maestria la vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a partire da questo strano incontro dei bambini, nel 1903, nel palazzo di via Lampedusa a Palermo.

Ma chi è questo Antonno che nessuno si è preoccupato di presentargli? È un bambino strano, che veste abiti di taglie superiori alla sua, che fa ogni cosa all’incontrario, camminare, leggere, contare. Lui inizia la settimana dall’ultimo giorno e soprattutto ritiene che si nasce morendo.

La vita di Giuseppe, figlio unico di una nobile famiglia siciliana, bambino solitario e silenzioso, si trasforma: i due si intendono subito e vivono insieme le esperienze più straordinarie di quella prima loro estate.

Il mondo che cercano di scoprire è pieno di misteri perché gli adulti li tengono fuori dai problemi della vita, da ciò che potrebbe turbarli perché non ancora in grado di elaborane la portata ed il significato. Così tutto è vissuto come un’avventura, soprattutto quando la famiglia si trasferisce nella villa di campagna per i mesi estivi, dove i contatti con la gente sono genuini e ricchi di sorprese, dove addirittura una compagnia di teatranti sta preparando degli spettacoli.

Le prime grandi domande, i primi turbamenti, le prime scoperte, le attese, la fantasia che galoppa, tutto è vissuto in un contesto da fiaba d’altri tempi, dove arrivano e partono carrozze piene di parenti, dove la servitù spunta da ogni angolo attenta e pronta, dove personaggi originalissimi hanno la gestione della casa – trecento stanze, quella di campagna – e di tutto ciò che vi passa attraverso.

Da adulto Giuseppe vive le due guerre mondiali, si sposa, viaggia, conosce letterati in tutta Europa. E molto tardi inizia a scrivere il romanzo che lo renderà famoso, Il Gattopardo, con protagonista il bisnonno paterno, Giulio Fabrizio, un sognatore. Come lo è stato Giuseppe da bambino, insieme ad Antonno.

Simona Lo Iacono crea una struttura narrativa coinvolgente e serrata, alternando il racconto del bambino in quel suo mondo pieno di fascino, al diario di Giuseppe adulto, malato, ricoverato in una casa di cura, in attesa di risposte positive – che tardano ad arrivare – dalle case editrici a cui ha spedito il manoscritto. Le due parti si intrecciano e si completano con grande fluidità.

Quello che colpisce ancora una volta di questa scrittrice è la capacità di creare un mondo magico dove si fatica a trovare la linea di confine tra realtà e fantasia, dove si vive la magia come verità. E la fantasia, quando si è spinti dal bisogno di sopravvivere, ne fa di scherzi! Anche quello di creare un albatro e poi di farlo svanire.

 

Marisa Cecchetti


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